Caracas, 14 nov – Duecento milioni di dollari di cedole non pagate su 5 miliardi di titoli sottostanti. Tanto – o poco, visti i 150 miliardi di debito pubblico – è bastato per far scattare il default selettivo sul Venezuela.
Ad inaugurare le danze è stata l’agenzia Standard&Poor’s. Dopo la riunione di ieri fra governo e creditori, convocata per tentare una ristrutturazione dei bond governativi e dei debiti del colosso petrolifero Petroleos de Venezuela (Pdvsa), è arrivato l’annuncio che non sarebbero stati rimborsati 200 milioni di dollari di interessi su obbligazioni in scadenza fra 2019 e 2024. Da qui la revisione del ribasso della valutazione su Caracas: “Abbiamo abbassato il rating di due livelli a ‘D’ e tagliato il rating a lungo termine a ‘SD’ (default selettivo)”, ha spiegato S&P in una nota. In altre parole: il merito di credito del Venezuela segnala che il Paese è vicinissimo al fallimento.
La notizia era nell’aria, visto che già da tempo le altre agenzie come Fitch e Moody’s avevano segnalato il rischio default proprio su Pdvsa che, nonostante galleggi su una quantità di petrolio con riserve accertate perfino superiori rispetto a quelle dell’Arabia Saudita, è gravata da decine di miliardi di debiti in scadenza e con serie difficoltà nel rifinanziamento. Sempre nel settore energetico, la notizia del fallimento dell’azienda statale Corpoelec (alias Electricidad de Caracas) non depone a favore di una pronta ripresa economica.
Il presidente Maduro assicura che il Venezuela non dichiarerà mai default, ma a fronte di riserve assottigliate sotto la doppia cifra, fra titoli pubblici e obbligazioni di società partecipate l’anno prossimo saranno 13 i miliardi da rimborsare. Una corsa contro il tempo azzoppata anche da tutti gli indicatori economici: ad esempio l’inflazione, che oscilla paurosamente attorno al 1000% ed ha portato alla scomparsa dei beni di prima necessità come cibo e medicinali. E senza un recupero nel prezzo del petrolio, al quale il Paese sudamericano deve almeno il 95% del suo export, la situazione è destinata a peggiorare di giorno in giorno.
Filippo Burla