Pretoria, 29 gen – Mentre si parla tanto di Sea Watch 3, disumanità e “poveri disperati abbandonati in mare”, in Sudafrica si inasprisce la persecuzione contro la minoranza bianca. Dopo le terre espropriate, violentemente e senza corrispettivo economico, ora è il turno della guerra culturale. I responsabili dell’Università di Pretoria hanno infatti deciso di bandire la lingua afrikaans dai corsi universitari. Decisione, comprensibilmente, bollata di razzismo. L’afrikaans è un idioma che unisce espressioni africane alla lingua olandese. Eredità boera tuttora parlata da milioni di persone. Le stesse che figurano nell’AfriForum: gruppo per i diritti civili afrikaner.
Comportamento “razzista e disonesto”, commenta la comunità bianca sudafricana. Artefice del boicottaggio linguistico (e non solo) è il ministro dell’Educazione superiore Naledi Pandor: da Pretoria a Stellenbosch, la “guerra ai bianchi” si sta consumando pure nelle aule universitarie. I subdoli difensori del boicottaggio (fra i quali annoverare i buonisti di casa nostra), sostengono che la lingua risalente all’apartheid debba essere bandita per “la costante minaccia razzista” che incombe sul Paese. Minaccia che è realtà: ma a parti invertite. Il tutto rientra nel quadro ben più ampio realizzato dall’esecutivo Ramaphosa.
L’obiettivo è quello di annientare ogni traccia identitaria della comunità bianca, rendendo la minoranza succube in un contesto educativo nazionale “pienamente sudafricano”. Sempre l’AfriForum ha accusato istituzioni didattiche statali e governo di “condurre una campagna palesemente discriminatoria e diretta a cancellare dal Sudafrica ogni traccia della lingua e della cultura dei pionieri boeri”. Nessuno che spenda parole di condanna verso questa “persecuzione scomoda”: prevedibile. Del resto pare che il razzismo verso i bianchi sia una figura meramente mitologica. Il Sudafrica, invece, ribadisce che si tratta di realtà. Una realtà atroce ed incontrovertibile.
Chiara Soldani
4 comments
Senza i Boeri il Sudafrica non sarebbe stato il paese africano più ricco, e soprattutto è grazie a loro se sono stati scoperti i giacimenti di oro e diamante. Il Sudafrica l’hanno fatto loro, non certo gli indigeni.
James David Manning schifa i negri dato che non esiste una sola grande opera fatta dai negri,lui è un americano nero. Aaklige kafirs! W i Boeri vir altyd!!!
Malema negro di merda!. Aaklige kafirs! W i Boeri vir altyd!!!
Il problema è che la “civiltà” africana subsahariana autoctona non ha saputo elaborare, nel corso della sua storia, neppure una parvenza di lingua scritta. Né tampoco un sistema religioso coerente; una teoria filosofica; una propria architettura capace di durare nel tempo; un sistema matematico; una formulazione scientifica; un’innovazione tecnologica che sia una…
Eliminiamo pure l’afrikaans da scuole e pubblici uffici, ma poi come si capiranno? A grugniti o a gesti?
Ma soprattutto… ci saranno ancora scuole e pubblici uffici!?