Roma 6 ago – Non sta procedendo con grande entusiasmo la campagna vaccinale in Romania che, insieme alle Bulgaria, è il Paese dell’Unione europea “meno” vaccinato. Tanto che per non sprecare le dosi, regala il surplus ad altre nazioni.
Romania, lo scarso entusiasmo per i vaccini
La Romania, insieme alla Bulgaria, è “maglia nera” di vaccinazione: sono i due Paesi dell’Unione Europea in cui sono state vaccinate meno persone contro il Covid. Sono solo o poco più del 25 per cento i cittadini che hanno ricevuto entrambe le iniezioni di vaccini. La conseguenza, dunque, è che la Romania ora si trova un surplus di dosi eccezionale. E ha quindi deciso che è meglio venderle, invece di lasciarle andare a male. E soprattutto vendendole recupera i soldi investiti nella campagna vaccinale dato che, è ormai evidente, ai cittadini farsi iniettare il siero non importa più di tanto.
E l’Irlanda ne approfitta
Il premier dell’Irlanda ha annunciato su Twitter di aver trovato un accordo con la Romania per l’acquisto di 700mia dosi aggiuntive di vaccini contro il Covid-19. Secondo Euobserver queste saranno consegnate al Paese nel mese di agosto, fornite direttamente da Pfizer, che ridistribuirà le dosi originariamente ordinate dalla Romania. Il governo irlandese sta cercando di rallentare la diffusione della variante Delta del Covid sebbene sia uno dei Paesi coi più alti tassi di vaccinazione in Europa: il 73,8% della sua popolazione adulta (che si attesta sui 3,8 milioni di cittadini) ha ricevuto entrambe le iniezioni.
I Paesi Ue (e non solo) beneficiari
La Romania, però, ha venduto altri 1,1 milioni di dosi BioNTech/Pfizer alla Danimarca. Magnus Heunicke, ministro della Salute danese, spiega che la Romania voleva vendere dosi in eccesso a causa della domanda molto bassa di vaccini dai suoi citadini. Le autorità rumene hanno donato quasi mezzo milione di vaccini alla vicina Moldova, alla Serbia e all’Ucraina. Il mese scorso il presidente Klaus Iohannis ha annunciato che 100mila dosi sarebbero state inviate al Vietnam.
Ilaria Paoletti
1 commento
In Romania il popolo si muove poco, salvo manodopera e filibustieri. E’ un paese che ingloba almeno tre nazioni/alità (una reale forzatura storica a cominciare dal post-napoleonico), nel quale la finanza capitalistica saccheggiatrice non trova particolari disturbi ad operare alla grande. Il blocco, la staticità dei mezzi di produzione, moneta e lavoro in testa oltre l’ ovvia terra, qui è di più difficile eradicazione causa la davvero lunga “cura” targata N.Ceausescu. Certo capitale gradirebbe molto far rientrare molti paese/nazioni, come il ns., in situazioni similari, parecchio meno costose, meno conflittuali e ad alto margine speculativo. Per chi sa riflettere criticamente è scontato che la Storia maiuscola non è fatta solo di soluzioni materialistiche… che comunque lì salvano da mascherine a capocchia, vaccini discutibili e discriminazioni alla green (vogliono farci odiare il verde?) pass. L’ altra faccia della medaglia, che spiega molto!