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La no-profit finanziata da Soros: “Assumiamo attivisti contro Trump”

by Emmanuel Raffaele
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washington can TrumpWashington, 14 nov – I titoli dei giornali, nelle ultime ore, sono soltanto per lui. Dopo l’8 novembre, Donald Trump fa capolino di continuo su quotidiani, notiziari e quant’altro. E, insieme a lui, si moltiplicano le notizie che riportano le reazioni alla sua elezioni. “Da Atlanta a Portland: terza notte di proteste contro Donald Trump”, scrive Rainews. Centinaia, infatti, sono stati gli arresti a seguito di proteste non sempre pacifiche. La Repubblica, poche ore prima, si era messa a spulciare twitter per poi postare: “Ecco il suo sessismo in una manciata di tweet“. Al Jazeera.com titolava: “Il presidente dell’Islamofobia“. The Indipendent raccontava due giorni fa: “Più di duecento episodi di razzismo riportati da quando Donald Trump ha conquistato la presidenza”. Il Telegraph, probabilmente non a torto, osservava: “I palestinesi non avranno mai il loro stato“, tutto mentre festeggiano, invece, Putin e Duterte, l’odiatissimo presidente russo e l’iperdiscusso presidente delle Filippine che aveva dato del “negro” ad Obama. “Quello che faremo è buttare fuori dal Paese o incarcerare gli immigrati irregolari che sono criminali o hanno precedenti criminali, membri di gang, trafficanti di droga“, ribadisce intanto Trump in una intervista alla Cbs, nonostante nei cortei sia ormai raffigurato con le sembianze di Hitler.

Ma, al di là delle proteste spontanee e legittime, il panico creato in America dalla vittoria del candidato repubblicano è direttamente o indirettamente teleguidato. Basti pensare ai giornali americani, che sponsorizzavano con una maggioranza schiacciante il candidato democratico (nove quotidiani e quattro settimanali contro 229 quotidiani e 131 settimanali!). Basterebbe riascoltare le dirette televisive con il commentatore di colore che afferma allarmato “Come lo spiegherò ai miei figli?!” o quella italiana che si chiede “Cosa succederà a noi giornalisti?!”. Ma, al di là dell’influenza indiretta perlomeno tentata, si conferma la tendenza della sinistra progressista di avvalersi di finanziatori esterni per le sue lotte contro il nuovo nemico rappresentato dal “populismo”.

Riportato da diversi giornali, infatti, è spuntato negli Stati Uniti uno strano annuncio, che riporta offerte di manifestare a pagamento contro il nuovo presidente Usa. E’ apparso sul sito di annunci Craigslist e spiega: “Combatti l’agenda Trump! Assumiamo attivisti full-time” a Seattle. In cambio si offrono anche benefit sanitari oltre ad un pagamento di 15/20 dollari l’ora. A inserire l’annuncio l’organizzazione no-profit “Washington CAN!“, associazione di sinistra contro il razzismo e la riforma dell’immigrazione che conta 40mila iscritti, affiliata al netword USAction insieme a circa cinquecento altre organizzazioni. Nata dalle ceneri della Citizen Action, travolta dallo scandalo di un finanziamento illecito per l’elezione di Ron Carey alla guida del sindacato Teamsters, USAction ha infatti tra i suoi donatori proprio il finanziere George Soros, il quale avrebbe donato ben 300mila dollari solo tra il 2010 ed il 2011.

Emmanuel Raffaele

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1 commento

No satan 14 Novembre 2016 - 9:53

Basta eliminare i pagati contro Trump e credo che alle elezioni avrebbe preso almeno il 70 % dei voti

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