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Immigrazione: Marcia indietro dell’Onu, “bisogna far funzionare i programmi di rimpatrio”.

by admin
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Bruxelles, 18 lug- Anche l’Unhcr, cioè l’agenzia dell’Onu che si occupa di rifugiati, pare si sia accorta che l’accoglienza indiscriminata e gli sbarchi sulle coste italiane sono nocivi. Di qui un piano per “valutare le richieste d’asilo in Africa e corridoi umanitari per l’Europa”. Cioè campi profughi in cui si decida in anticipo chi possa partire e chi debba tornare a casa. A dirlo non è un razzista o un populista egoista, ma l’Alto Commissario dell’Unhcr, Filippo Grandi, in una lunga intervista pubblicata oggi su La Stampa.

Stime dell’Unhcr i rifugiati sono il 30-40% del totale degli immigrati, e in media ci vogliono 3 anni prima che una richiesta di asilo venga accolta. Nel frattempo nei centri di accoglienza si crea un imbuto umanitario che non porta a nulla, se non a situazioni di caos difficile da gestire, con conseguente degrado per le zone dove la presenza dei richiedenti asilo è più massiccia.

Come riporta La Stampa, Grandi propone un maxi-piano Ue di reinsediamenti per valutare le richieste d’asilo direttamente in Africa e portare in Europa chi ne ha diritto attraverso i corridoi umanitari. Più o meno 40mila persone l’anno in tutta Europa, che è il numero massimo a cui i Paesi europei riescono a far fronte. Questo scoraggerebbe le rotte dei migranti che si affidano agli scafisti.

Ma Grandi aggiunge anche: “Non solo dobbiamo evitare che queste persone attraversino il Mediterraneo, ma anche che si mettano in marcia nel deserto. Intervenire in Libia è già tardi”. Per tutti coloro che non hanno diritto all’asilo Grandi sottolinea che “Bisogna far funzionare i programmi di rimpatrio. Finora sono gestiti su base bilaterale, servirebbe una maggiore coesione a livello europeo”.

In aggiunta a quanto dichiarato da Filippo Grandi, l’’Alto commissariato Onu per i rifugiati ha lanciato un appello da 421,2 milioni di dollari per contribuire a fornire alternative significative ai migranti e ai richiedenti asilo per dissuaderli dall’intraprendere viaggi pericolosi verso l’Europa. Più nel dettaglio sono tre le aree di intervento: i Paesi dell’Afriva sub-sahariana, da cui la maggior parte delle persone parte, il nord Africa, da cui salpano per le coste Italiane, e l’Europa, dove arrivano. In ciascuna di queste aree l’Unchr è pronto a sviluppare progetti specifici, volti rispettivamente a fornire servizi e soluzioni di protezione efficaci per coloro che hanno bisogno di protezione internazionale, aumentare la consapevolezza dei pericoli della migrazione irregolare e a sostenere, integrare e sviluppare le capacità dei governi per garantire un accesso efficace e sicuro all’asilo. Ma solo per chi ne ha davvero diritto.

Anna Pedri

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1 commento

ANTERO 18 Luglio 2017 - 4:48

.. adesso se ne sono resi conto ?

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