Philadelphia, 16 nov – Quella che sembrava una favola natalizia in realtà era una truffa bella e buona. I due ragazzi che hanno organizzato una colletta per dare una vita migliore a un barbone che li ha aiutati dando loro i suoi ultimi spiccioli, raccogliendo ben 400 mila dollari, si sono rivelati essere dei truffatori. E il barbone era d’accordo con loro. I tre rischiano dai cinque ai dieci anni di carcere.
Tutto ebbe inizio a novembre dello scorso anno, quando una coppia rimase a secco di soldi e benzina. Kate McClure e Mark D’Amico si trovavano nei pressi di Philadelphia, e la loro macchina era in riserva. Ma una volta arrivati al distributore si sono resi conto di non avere più alcun soldo in tasca. Un barbone, ex veterano della guerra in Iraq caduto in disgrazia, si è avvicinato loro e gli ha dato 20 dollari, tutto ciò che aveva. Loro si sono commossi, hanno fatto benzina e sono ripartiti, non senza la promessa di contribuire a cambiare la sua vita, raccontando ai mondo la sua generosità. Le uniche vite che sono cambiate, però, sarebbero quelle dei due giovani truffatori, che grazie a una raccolta di fondi online hanno racimolato 400 mila dollari. Ma anziché darli a quello che avevano definito il loro “buon samaritano” se li sarebbero tenuti tutti, spendendoli in viaggi e in gioco d’azzardo. Il barbone, invece, avrebbe continuato a rimanere tale, vivendo di elemosine.
Johnny Bobbit Jr, questo il nome del barbone, li ha denunciati. Ma la coppia si è difesa, dicendo che ha consegnato all’uomo la metà della raccolta fondi e che l’altra metà era stata messa in banca, vincolata fino a quando il senzatetto non si fosse disintossicato dalla sua dipendenza da droga.
Tutto sembrava deporre ancora una volta a favore del buon samaritano, che oltre ad aver aiutato la coppia privandosi degli ultimi spiccioli che gli avrebbero permesso di comprare un pasto caldo, sarebbe stato beffato dai due. Una bufera mediatica, che ha coinvolto anche il sito di crowdfounding GoFundMe, i cui avvocati sono stati interpellati per fare chiarezza sulla destinazione finale delle donazioni degli utenti. Perché nessuno avrebbe voluto che un povero clochard venisse truffato.
Pochi giorni fa l’ennesimo colpo di scena. Non solo i due ragazzi erano dei truffatori. Lo era anche Johnny Bobbit Jr, che conosceva i due già da tempo e insieme a loro aveva orchestrato la beffa ai danni di tanti utenti sensibili alla condizione in cui vivono i senzatetto. E non era la prima volta che ci provava: nel 2012, infatti, su facebook condivise una storia simile, che però poi non si tradusse in nessuna raccolta fondi.
Anna Pedri
Il barbone generoso che ha commosso il web è in realtà un truffatore
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