Strasburgo, 17 apr – “Deputati, siete rimasti ciechi, sordi e muti. I posteri vi malediranno”. Parole forti e senza sconti. Jean-Marie Le Pen dà l’addio al Parlamento europeo, pronunciando l’ultimo discorso nell’emiciclo di Strasburgo. A 90 anni il fondatore del Front National chiude così il suo settimo mandato da europarlamentare, essendo stato eletto ininterrottamente dal 1984. Ma nonostante i 35 anni passati tra Bruxelles e Strasburgo il giudizio di Le Pen sulla sua esperienza europea è netto: “Il ricordo che porto via da questa casa è un sentimento inutilità”.
Il monito di Le Pen all’Europa “impotente”
“Un gigantesco fenomeno migratorio minaccia di travolgere il continente boreale di cui l’Europa fa parte, che è in deficit demografico”, ha detto Le Pen di fronte ad un emiciclo semi vuoto e impassibile. “Di fronte a queste angoscianti prospettive, l’Europa si sta dimostrando impotente. Peggio ancora, paralizza le reazioni nazionali che dovrebbero mobilitare i popoli che lo costituiscono”.
Ad ascoltare e salutare quello che ancora tutti chiamano “il presidente” diversi eurodeputati dell’ormai “Rassemblement national” come Nicolas Bay, Marie-Christine Arnautu, Bruno Gollnisch, Christelle Lechevalier. Jean-Marie Le Pen scherza con loro e afferma con la consueta ironia “tornerò domani”. Lo storico leader della destra radicale francese ha poi precisato: “Il fatto di non essere più un eurodeputato non mi impedirà di esprimermi”. Nessuno nutriva dubbi in merito.
Con l’Europarlamento un rapporto complicato
Già nel 1989 a Le Pen venne revocata l’immunità parlamentare, dopo che in un comizio chiamò il ministro della Funzione pubblica del governo Mitterrand, Michel Durafour, “Dura-four crématoire”, creando un sinistro gioco di parole fra il suo cognome e l’espressione “forno crematorio”. C’è poi la condanna alla restituzione di 320 mila euro per la questione della “truffa” sugli assistenti parlamentari fittizi, o meglio impegnati a lavorare per i Front National in Francia e non a Bruxelles. Questione che Le Pen ha liquidato affermando “eravamo euroscettici”.
Jean-Marie Le Pen nel 2015 era stato espulso dal Front National a causa delle sue frasi sull’olocausto e in particolare le camere a gas definite “un dettaglio della storia”. Nonostante questo era rimasto presidente onorario del partito fino al marzo del 2018, quando in congresso venne ufficializzato il cambio di nome in “Rassemblement national”. Nonostante il complicato rapporto con la figlia Marine si è detto fiducioso per il suo risultato alle prossime elezioni europee di maggio, grazie anche ai media che stanno ponendo la questione elettorale come “un duello tra lei e Macron”.
Davide Di Stefano