Roma, 7 ott – Appena cinque anni fa era la terza forza politica della Grecia e poteva contare su 17 parlamentari, oggi Alba Dorata è stata “messa al bando” dai giudici di Atene. E’ arrivata infatti una condanna pesantissima nei confronti di alcuni esponenti del movimento nazionalista greco, alla fine di un lungo processo. Il fondatore e leader di Alba Dorata, Nikos Michaloliakos, rischia fino a dieci anni di carcere perché giudicato colpevole di essere alla guida di una “organizzazione criminale”. Era uno dei 68 membri del movimento imputati nel processo. Uno di loro, Yorgos Roupakis, è stato condannato per l’omicidio del rapper antifascista Pavlos Fyssas, avvenuto il 18 settembre 2013.
I successi elettorali
L’ascesa elettorale di Alba Dorata, fondata nel 1993, è iniziata nel 2012 quando entrò per la prima volta nel Parlamento greco con il 6,97% delle preferenze ed è proseguita nel 2014 quando ottenne il 9.4% alle elezioni europee. Nel 2015 centrò il 6,28% alle politiche e in pochi mesi riuscì a crescere ancora nei consensi, superando il 7% alle elezioni anticipate di settembre in seguito alle dimissioni del premier Alexis Tsipras. Alle ultime elezioni europee, nel 2019, il movimento nazionalista prese il 4,88% eleggendo comunque due europarlamentari. Poi però è arrivata la batosta alle ultime elezioni politiche, dove Alba Dorata non è riuscita a superare la soglia di sbarramento del 3% necessaria a consentire l’ottenimento di seggi nel Parlamento greco. Sta di fatto che per lunghi anni Alba Dorata ha goduto di ampi consensi elettorali, nonostante i forti attacchi mediatici anche a livello internazionale. Può un partito che partecipa regolarmente alle elezioni essere definito “un’organizzazione criminale”?
Un duplice omicidio
A prescindere dal probabile accanimento di stampo ideologico nei confronti dei nazionalisti greci, la condanna nei confronti di alcuni membri non significa che un intero movimento politico possa essere automaticamente bollato come criminale. Tra l’altro negli anni gli appartenenti ad Alba Dorata hanno dovuto affrontare numerosi attacchi di una violenza inaudita. Molti ricorderanno a riguardo la vicenda più tristemente emblematica, ovvero l’omicidio di due giovani militanti del movimento nazionalista il primo novembre 2013. Manolis Kapellonis e Yorgos Fundulis vennero uccisi a colpi di mitraglietta davanti a una sede di Alba Dorata ad Atene. La polizia greca giudicò quell’agguato ”un’azione terroristica e non una resa dei conti”, definendo qualche giorno dopo gli autori del duplice omicidio degli autentici professionisti. Per quel barbaro assassinio non risulta alcuna condanna definitiva e nessun movimento politico è stato messo al bando.
Alessandro Della Guglia
4 comments
Un bel casino. Tutto l’appoggio possibile ad Alba Dorata.
Questo è il vero volto della cosiddetta democrazia… Puoi dire e fare, finché fa comodo al teatrino!
Indipendentemente dai “fattacci” (tutti) che senza conoscere nulla (anzitutto sentenza e collegio giudicante), risultano quasi impossibili da valutare, è bene sottolineare che per i democratici (più presunti che veri) non esiste il delitto politico. Son tutti criminali. Da qui può nascere la ns. eventuale pesante critica… Ricordo, solo come es., anche i disgraziati tempi del sequestro Moro quando apparve che i brigatisti subordinavano la liberazione del politico con un riconoscimento altrettanto politico!
Michaloliakos non il phisique du role per essere un capo, al massimo un capoufficio.