Ankara, 20 lug – Fallito il tentativo di golpe militare in Turchia, in questi giorni stiamo assistendo alla dura repressione di Erdogan, tra linciaggi pubblici e migliaia di arresti. Quello che appare sempre più evidente però, è che dietro l’eliminazione degli avversari politici del “Sultano”, che si tratti di ufficiali o magistrati, ci sia la volontà di procedere a passi spediti verso un’ulteriore islamizzazione della società turca. Come riprova arriva l’appoggio incondizionato che il Fronte Islamico Ahrar al-Sham, un gruppo fondamentalista attivo in Siria nella guerra contro il regime di Assad, alleato del braccio siriano di Al-Qaeda, il Fronte Al-Nusra, ha dato ad Erdogan e al suo partito l’Akp. “Dio è tornato con l’autorità di chi lo merita, il grande popolo turco ha dimostrato al mondo che non permetteranno ai militari di governare di nuovo”, è la dichiarazoine rilasciata attraverso il profilo Twitter ufficiale di Ahrar al-Sham.
Sempre su Twitter c’è un’ulteriore endorsemente per Erdogan da parte del gruppo islamista: “Quanto accaduto è una grande lezione per i musulmani di tutto il mondo che lottano per la libertà e la giustizia, questa è l’essenza della rivoluzione siriana”. Russia, Iran, Egitto, Emirati Arabi, considerano il Fronte Islamico Ahrar al-Sham un’organizzazione terroristica a tutti gli effetti. Per chi avesse dei dubbi a riguardo basta farsi un rapido giro su internet per trovare i miliziani di Ahrar al-Sham intenti a farsi fotografare in posa con le teste mozzate dei soldati siriani.
Anche prima del golpe fallito il gruppo terroristico aveva sempre goduto del sostegno di Turchia e Arabia Saudita. Quello che gli osservatori più attenti (o semplicemente più informati) già sapevano rispetto al ruolo della Turchia nello scenario siriano, del sostegno all’Isis e agli gruppi terroristici, dopo il colpo di stato fallito e la svolta islamista che Erdogan sta imponendo alla società turca, rischia solo di diventare ancora più evidente.
Davide Di Stefano