Tokyo, 20 dic –Sembra proprio che il sangue dei samurai abbia ripreso a scorrere nelle vene del popolo giapponese. Il governo nipponico, guidato dal primo ministro Abe Shinzo, ha infatti deciso di incrementare del 5 % il bilancio messo a disposizione per le spese militari. Questo consentirà alle forze armate di avere un capitale aggiuntivo di circa 175 miliardi di euro da spendere nei prossimi 5 anni.
Questo cambio di rotta in un Paese che, dalla fine della seconda guerra mondiale, non ha mai avuto una vera e propria forza armata e che ha una Costituzione considerata tra le più pacifiste al mondo, ha ovviamente fatto discutere ed ha innescato diverse polemiche. In particolar modo quando l’ex premier ed attuale ministro delle Finanze Taro Aso ha fatto riferimento alla Repubblica di Weimar per ribadire che la revisione costituzionale debba realizzarsi “senza forzare la situazione”. Ad Abe ed Aso già non viene perdonato di essere nipoti di due “criminali di guerra”, come se le eventuali colpe fossero ereditate geneticamente, possiamo dunque immaginare quale polverone abbia sollevato un riferimento al nazionalsocialismo per una scelta politica.
Molto pragmaticamente però il primo ministro ha fatto intendere di considerare quantomeno utopica la costituzione giapponese ed ha avviato, soprattutto alla luce della nuova situazione nel sud-est asiatico ed alle crescenti tensioni con la Cina, un piano strategico di ammodernamento e potenziamento del proprio apparato militare.
Tokyo ha già fatto sapere di essere interessata all’acquisto di velivoli senza pilota, missili, elicotteri da trasporto truppe, mezzi anfibi e navali dotati di tecnologia radar Aegis che, per lanciare un chiaro messaggio a Pechino e le sue nuove mire espansionistiche, andranno ad incrementare le capacità di controllo del territorio giapponese che si estende su oltre 6800 isole. Il governo ha inoltre annunciato l’istituzione di un nuovo reparto speciale della Marina specializzato in operazioni anfibie ed occupazione delle isole.
La nuova strategia di difesa nipponica non si muove però prettamente sul piano tecnologico. Durante un meeting con i paesi membri dell’Associazione nazioni del sud-est asiatico (Asean) Tokyo ha annunciato di aver concesso aiuti pari a 14 miliardi di euro con il chiaro intento di rafforzare i rapporti con i paesi confinanti in contrasto a Pechino.
Cesare Dragandana