Roma, 19 lug – Era un afghano diciassettenne arrivato in Germania come “minore non accompagnato” – insomma, uno di quei “bambini che fuggono dalla guerra” di cui sentiamo parlare alla tv – l’uomo salito a bordo di un treno armato di ascia, coltelli, oggetti appuntiti, con l’intenzione di colpire chiunque gli capitasse a tiro. Cosa che ha fatto, ferendo gravemente quattro componenti di una famiglia di Hong Kong, parte di una comitiva turistica secondo la Bild-Zeitung, due sono in pericolo di vita. Gli altri 14 che erano a bordo sono illesi.
Secondo il ministero dell’Interno bavarese, l’assalitore ha urlato “Allah akbar”, Dio è grande. Il giovane da circa un anno era registrato come richiedente asilo e da marzo viveva in Baviera, prima in un hotel della piccola località di Ochsenfurt, a circa 30 chilometri a Wurzburg, poi presso una famiglia affidataria. Il treno era in viaggio verso Wurzburg, dove si trova il più importante centro di accoglienza profughi della Baviera. L’azione dell’aggressore è iniziata intorno alle 22:10. I media tedeschi tra cui la Dpa affermano l’uomo sia stato ucciso dalla polizia mentre tentava di scappare. Ma la polizia non conferma.
Nella sua camera è stata trovata una bandiera dell’Isis dipinta a mano. “Era da solo sul treno e ha compiuto l’azione da solo”, ha osservato il ministro dell’Interno della Baviera, aggiungendo che l’indagine in queste ore punta ad accertare “cosa sia successo negli ultimi mesi o nelle ultime settimane”, se il giovane abbia avuto contatti con circoli islamisti o si sia radicalizzato da solo e di recente. Insomma, un altro lupo solitario. Un altro psicolabile sedotto dalla furia omicida dell’Isis. Un’altra “risorsa” impazzita, che anziché fuggire dalla guerra ha portato la guerra in Europa.
Giorgio Nigra