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Gaza, Hamas assedia tre carabinieri. Poi il dietrofront: “Sono italiani, non israeliani”

by Adolfo Spezzaferro
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Gerusalemme, 16 gen – Alla fine si è sbloccata la vicenda dei tre carabinieri italiani del Consolato generale di Gerusalemme assediati da Hamas nella sede dell’Onu a Gaza.

Le indagini hanno permesso di accertare l’identità dei tre italiani e la sicurezza delle procedure del loro ingresso a Gaza”, rende noto il ministero dell’Interno di Hamas. Domani, con la riapertura del valico di Eretz con Israele, i carabinieri dovrebbero poter uscire da Gaza e fare ritorno a Gerusalemme.

Questi i fatti. Tre carabinieri italiani del nucleo scorte del consolato a Gerusalemme lunedì notte si erano rifugiati nella sede dell’Onu di Gaza City, circondati dalle forze di sicurezza di Hamas per il sospetto che i tre fossero invece delle “forze speciali israeliane sotto mentite spoglie“.
La vicenda (alquanto fumosa, a dire il vero) è cominciata, secondo le ricostruzioni locali riportate dai media, con il mancato arresto lunedì notte ad un posto di controllo nel centro di Gaza dell’auto con a bordo i tre, che avevano “armi automatiche”.

Fonti della sicurezza palestinese, citati dai media locali, hanno parlato anche di un “inseguimento e di colpi di arma di fuoco“. Subito dopo l’entrata dei carabinieri dentro la sede dell’Onu, le forze di sicurezza palestinesi hanno circondato la palazzina chiedendo conto dell’ingresso di “un veicolo sospetto” e hanno domandato che le autorità delle Nazioni Unite “consegnassero il veicolo”.

Motivo dell’assedio, secondo le stesse fonti, è che “la resistenza palestinese ha sospetti sull’identità degli occupanti della macchina ed evoca la possibilità che questi siano unità speciali dell’esercito di occupazione con passaporti diplomatici europei“.

L’Onu stesso – in base a quanto riportato dai media della Striscia – avrebbe confermato tramite canali ufficiali con il ministero dell’Interno a Gaza che i tre sono “stranieri con cittadinanza italiana e passaporto diplomatico, entrati a Gaza per un lavoro ufficiale“. Il “lavoro” – secondo quanto si è appreso – avrebbe dovuto riguardare l’ispezione di un sito archeologico, in vista di una possibile visita diplomatica.
Una versione ufficiale dei fatti non incredibile, per carità. Ma poco plausibile, a dire il vero.

Fonti della sicurezza di Hamas hanno a loro volta riferito che anche l’Italia ha inviato informazioni al ministero dell’Interno a Gaza spiegando che i tre sono “cittadini italiani entrati in missione ufficiale”.

Poi la situazione si è sbloccata. “Contatti molto intensi avvenuti nelle ultime ore” hanno portato “alla fine dell’assedio delle forze di sicurezza di Hamas alla sede dell’Unrwa a Gaza e al rilascio dei tre italiani che si trovavano al suo interno”. Lo afferma il portavoce del ministero dell’Interno di Hamas, Iyad al-Bizm.

“Approfondite comunicazioni da parte del consolato italiano a Gerusalemme e dell’Onu hanno confermato che i tre sono cittadini italiani e non hanno alcuna relazione con Israele. Sulla base di queste comunicazioni le forze di sicurezza si sono ritirate dai dintorni della sede dell’Onu”, spiega il ministero.

“Confermiamo – precisa il portavoce – che ciò che è stato detto dai mezzi di informazione nelle ultime ore a proposito dell’incidente è stato molto enfatizzato e in alcuni casi sono state riportate notizie non vere”. Un chiaro riferimento all’inseguimento e alla sparatoria riportata da alcuni media.

Adolfo Spezzaferro

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