Roma, 21 ott – Intorno alle ore 9 di questa mattina è stato riaperto il valico di Rafah, unico collegamento via terra tra Egitto e Striscia di Gaza.
Aperto il valico di Rafah
L’apertura del valico ha permesso l’ingresso di un primo convoglio di aiuti umanitari. Secondo l’accordo tra Egitto, Israele e Stati Uniti raggiunto negli scorsi giorni e annunciato dallo stesso presidente americano Joe Biden, gli aiuti conterranno al loro interno solamente cibo, acqua e medicinali, ma non carburante. Dopo il passaggio di venti camion il valico è stato nuovamente chiuso. Un numero piuttosto basso se pensiamo che nella giornata di ieri i camion di aiuti in attesa di passare erano cinquanta. Anche le organizzazioni umanitarie lamentano il fatto che gli aiuti siano insufficienti, secondo le Nazioni Uniti sarebbero necessario circa cento camion al giorno. Martin Griffiths, capo degli aiuti di emergenza Onu, ha commentato così la notizia: “Il primo convoglio non deve essere l’ultimo”. Per poi ribadire: “Sono fiducioso che questa spedizione sarà l’inizio di uno sforzo sostenibile per fornire beni essenziali, tra cui cibo, acqua, medicine e carburante, agli abitanti di Gaza in modo sicuro, incondizionato e senza ostacoli”.
Il commento di Hamas
Il capo dell’ufficio comunicazioni di Hamas, Salama Maruf, ha invece affermato: “Questo convoglio limitato non sarà in grado di cambiare il disastro umanitario che sta vivendo la Striscia di Gaza”. Successivamente ha chiesto l’apertura di un corridoio umanitario che “è importante stabilire un corridoio sicuro che funzioni 24 ore su 24 per soddisfare i bisogni umanitari e i servizi essenziali che non ci sono più e per consentire ai feriti di partire per ricevere cure”. Nel frattempo Hamas ha liberato due ostaggi. Si tratta di due donne statunitensi, madre e figlia: Judith e Natalie Raanan. La liberazione sarebbe stata decisa per “ragioni umanitarie” e la sua riuscita è avvenuta grazie alla mediazione del Qatar.
Michele Iozzino