Tours, 15 ott – M.X. è un cittadino francese di 64 anni, all’anagrafe indicato come maschio. In realtà si tratta di una persona nata con una “vagina rudimentale”, un “micro-pene”, ma senza testicoli. M.X. è insomma quello che viene definito un “intersessuale”.
L’intersessualità (che può essere conosciuta anche come sindrome parziale di insensibilità agli androgeni o sindrome di Reifenstein o sindrome di Lubs o altri nomi) è un disordine della differenziazione sessuale che prevede che i cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari di una persona non siano definibili come esclusivamente maschili o femminili.
Il caso di M.X. è esattamente di questo tipo: “Da adolescente ho capito che non ero un ragazzo. Niente barba, Niente muscoli – ha raccontato in un’intervista – al tempo stesso pensare che potessi diventare una donna mi era impossibile. Bastava guardarsi allo specchio per capirlo, non avevo neanche i seni”.
Ora il tribunale di Tours gli ha riconosciuto il diritto di scrivere “sesso neutro” nel suo stato civile. L’ufficiale dello Stato civile del comune di Tours è dunque chiamato a modificare l’atto di nascita del querelante riconoscendo una volta per tutte la “neutralità” della sua natura sessuale. “Il sesso assegnatogli dalla nascita – si legge nella sentenza – appare come una pura finzione impostagli durante l’intera esistenza: qui non si tratta di riconoscere un ‘terzo sesso’ ma di prendere atto dell’impossibilità di indicare il soggetto come appartenente a questo o a quell’altro genere”.
Malgrado le precisazioni dei magistrati, la sentenza andrà inevitabilmente a inserirsi nella polemica sull’ideologia gender, che postula il superamento della classificazione binaria maschile/femminile e la costruibilità di infiniti generi, più o meno a piacimento.
Del resto la “neutralità” di M.X. deriva da una condizione patologica e ultra-minoritaria, non estendibile a piacimento. Nessun “terzo sesso”, quindi, come correttamente segnalato nella sentenza. Ma siamo sicuri che verrà letta così dall’opinione pubblica ideologicamente condizionata?
Giuliano Lebelli