Parigi, 5 apr – Una legge anti-fake news che si è rivoltata contro i propri ideatori. E’ successo in Francia, dove il governo ha varato un provvedimento per un uso responsabile delle piattaforme social, le quali, per timore di infrangere la stessa legge, hanno impedito lo svolgimento di una campagna elettorale. Insomma, un boomerang inaspettato ha colpito l’esecutivo Macron, che aveva fortemente voluto il disegno.
Oui je vote
La campagna oggetto di censura aveva nome Oui je vote (sì, io voto), promossa con l’intento di spingere i più giovani a prendere sul serio l’incontro con le urne e ad iscriversi alle liste elettorali in vista delle prossime elezioni europee del 26 maggio. Ma Twitter, come riferisce l’agenzia di stampa Afp, una decina di giorni fa ha bloccato la campagna temendo di infrangere la legge promulgata a dicembre. Lo scopo del provvedimento era di dare trasparenza alle campagne politiche, rendendo nota l’identità di chi sta dietro le inserzioni a pagamento, allo scopo di monitorare eventuali manipolazioni. A detta del ministero, però, la piattaforma ha commesso uno sbaglio in quanto la campagna non è a nome di un partito specifico: si tratta solo di un’operazione che mira alla sensibilizzazione delle fasce più giovani dell’elettorato.
Eccesso di zelo
Si tratta sicuramente di un eccesso di zelo da parte di Twitter, ma questa vicenda (ed è probabile che ne seguiranno altre) ha mostrato l’effetto boomerang di leggi troppo severe e che lasciano scarso margine di azione a chi opera sulle piattaforme: quando vi è il minimo dubbio sulla liceità di un contenuto, sarà molto probabile che questo verrà tolto. Le decisioni vengono prese in modo sempre più arbitrario, dettate più dal timore di infrangere la legge e doverne sopportare le conseguenze, e sicuramente non accontentano tutte le parti in causa, si tratti di fake news, terrorismo, hate speech o innocentissime campagne pro-elezioni.
Cristina Gauri
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