Roma, 1 feb – “C’è il rischio che i miliziani dell’Isis possano fare la traversata mescolandosi ai migranti”. Rischio? Il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, non brilla certo per tempismo. Dopo che è stato accertato come almeno due attentatori del Bataclan siano arrivati effettivamente coi barconi, paventare due mesi e mezzo dopo la possibilità di questo “rischio” suona quasi beffardo. Le Drian, sottolineando che Lampedusa è a 350 chilometri dalle coste della Libia, ha osservato che “quando sul Mediterraneo c’è bel tempo, c’è il rischio che i miliziani dell’Isis possano fare la traversata, mescolandosi ai migranti. È un grande rischio”.
Del resto Le Drian ha detto anche che c’è il bisogno “urgente” di una soluzione politica in Libia dove “Daesh si sta stabilendo… la Libia mi preoccupa dal settembre 2014. Sono lì, a 300 km dalla costa europea, e si stanno espandendo. Tutti sono consapevoli del pericolo che il conflitto in Siria ed Iraq, dove stiamo vedendo alcuni risultati positivi, si trasferisca in un nuovo conflitto in Libia. La soluzione politica è il solo modo di sradicare il problema. Ci deve essere un governo di unità nazionale. C’è un serio processo politico in corso, sostenuto dal Consiglio di sicurezza dell’Onu. È urgente”. Anche in questo caso, si tratta di dichiarazioni che lasciano interdetti, quando il principale agente di destabilizzazione, in Libia, è stata proprio la Francia. Forse una riflessione sugli errori commessi nel recentissimo passato aiuterebbe a risolvere i problemi del presente. Altrimenti saremo sempre condannati ad assistere a disastri causati dalle stesse persone che oggi propongono soluzioni.
Giorgio Nigra