Bruxelles, 21 lug – Se Giuseppe Conte canta ingiustamente vittoria per l’accordo sul Recovery fund raggiunto dopo 4 giorni e 4 notti di Consiglio Ue straordinario, chi davvero può tornare a casa in trionfo sono i falchi del nord. Sì, perché i cosiddetti Paesi “frugali” oltre ad aver vinto su tutti i fronti – più prestiti e meno sussidi, “freno di emergenza” per bloccare i soldi se un Paese non fa le riforme – hanno scucito un discreto gruzzolo alla Ue. Infatti Olanda, Austria, Svezia e Danimarca si portano a casa per i prossimi anni più di 26 miliardi di euro. Soldi veri, questi. Soldi che non hanno nulla a che fare con le clausole e i cavilli del Recovery fund. Si tratta infatti dei “rebate“, gli sconti ai contributi al bilancio Ue che i quattro Paesi, insieme alla Germania, versano nel prossimo quadro finanziario 2021-2027.
Conte aveva puntato (inutilmente) il dito contro gli sconti
Come ricorderete, Conte aveva puntato il dito contro questi “privilegi anacronistici” e anche altri Paesi membri avevano messo in dubbio la legittimità di questi “rebate” che alla fine sono veri e propri sconti. Ma i falchi del nord hanno fatto muro e i “rebate” sono stati uno dei punti su cui hanno tenuto in stallo il Consiglio Ue fino all’alba di questa mattina. E alla fine, questi sconti non solo sono stati confermati ma sono anche aumentati. Se questa non è una vittoria…
Ecco quanto ci guadagnano Austria, Olanda, Danimarca e Svezia
Nel dettaglio, del suo contributo al budget Ue, la Danimarca riceverà indietro 322 milioni di euro l’anno. Con i vecchi sconti prima riceveva 197 milioni. Anche la Svezia ci ha guadagnato: il suo sconto annuale è passato da 798 milioni a 1,06 miliardi. Ma questo è niente rispetto a quanto sconto hanno ottenuto Austria e Olanda. Il cancelliere Kurz può davvero esultare: è riuscito a raddoppiare lo sconto annuale per il suo Paese. L’Austria infatti riceverà un rimborso di 565 milioni di euro, a fronte dei 237 milioni dei vecchi sconti. Anche i Paesi Bassi possono davvero festeggiare: riceveranno 1,9 miliardi di euro. Il premier Rutte incassa un risultato notevole: secondo la prima bozza di accordo presentata dal presidente del Consiglio Ue Michel, il “rebate” per l’Olanda restava di 1,5 miliardi annui ma in cambio si lasciavano al 20% i costi di raccolta dei dazi doganali per conto della Ue, anziché ridurli al 10%. Ebbene, alla fine Rutte ha ottenuto che il margine sulle attività doganali che resta nelle casse olandesi venga aumentato fino al 25%. Alla fine lo sconto per i Paesi Bassi è di 1,931 miliardi.
La vittoria dei falchi del nord è la sconfitta della Ue
Il dato politico è che i falchi del nord hanno vinto su tutta la linea, imponendosi su Germania e Francia – ossia sui due Paesi che più contano nella Ue. E’ un precedente storico e che in un certo senso decreta la fine della Ue: d’ora in poi ogni singolo Stato membro, anche il più piccolo e meno influente potrà alzare la voce finché non otterrà quello che ha chiesto. La vittoria dei “frugali” (molto avidi, in realtà) è quindi la sconfitta della Ue.
Adolfo Spezzaferro
1 commento
A parte che solo certi (!) Stati singoli possono alzare la voce, il resto dell’ articolo non può essere più chiaro di così!