Roma, 26 gen – La Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha intimato a Israele di prendere “tutte le misure in suo potere” per evitare il genocidio dei palestinesi e consentire l’afflusso di aiuti umanitari a Gaza.
La sentenza della Corte dell’Aja
La Corte non accoglierà la richiesta di archiviazione da parte di Israele riguardo alle accuse di genocidio presentate dal Sudafrica, riconoscendo così la legittimità di queste ultime. Così si è pronunciato oggi il presidente della corte, l’americana Joan Donoghue, che afferma: “la Corte ritiene di non poter accogliere la richiesta di Israele di archiviare il caso”. Per poi spiegare come “almeno alcuni atti sembrano in grado di rientrare nella convenzione sul genocidio”. In altre parole, il processo si farà e andrà avanti. Anche se per una sentenza definitiva ci vorranno probabilmente anni. Respinta quindi la difesa di Israele, che aveva cercato di respingere ogni imputazione accusando che “se ci sono stati atti di genocidio, sono stati perpetrati contro Israele”.
Le misure provvisorie
Il giudice Donughe si è pronunciato anche su alcune misure provvisorie, dichiarando di essere “profondamente consapevole della tragedia umana” che si sta consumando a Gaza e della “continua perdita di vite e sofferenze umane” causate dal conflitto, citando in questo senso il coordinatore dei soccorsi d’emergenza delle Nazioni Unite Martin Griffiths che aveva affermato che la regione “è diventata un luogo di morte e disperazione”. Motivo per cui la Corte ha disposto che Israele dovrà: assicurarsi che le sue forze militari non commettano atti in violazione della Convenzione sul genocidio del 1948; punire i cittadini israeliani che si macchiano di incitamento al genocidio; consentire l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, senza limitazioni; prevenire la distruzione ed assicurare la preservazioni di eventuali prove; presentarsi tra un mese davanti alla Corte per verificare che le misure siano state applicate. Non è stata invece accolto la richiesta del Sudafrica per un immediato cessate il fuoco. Inoltre, la Corte ha richiesto il rilascio degli ostaggi israeliani da parte di Hamas.
Le reazioni di Israele
Come riportato dall’Ansa, il ministro della sicurezza nazionale israeliano Itamar Ben Gvir ha commentato la sentenza della Corte dell’Aja definendola “antisemita” e ritenendo che le decisioni di quest’ultima “dimostrano ciò che era noto da tempo: il tribunale non cerca la giustizia ma solo di perseguitare il popolo ebraico”. Sulla stessa linea il primo ministro Benjamin Netanyahu, il quale ha definito “oltraggiosa” la causa per genocidio e bollandola come “il vile tentativo di negare Israele questo diritto fondamentale” ovvero quello di difendersi e che rappresenta “una discriminazione palese contro lo Stato ebraico”. DI tutt’altro avviso il governo del Sudafrica che ha parlato di “vittoria significativa”.
Michele Iozzino