Roma, 11 dic – Mentre gli allevatori europei – Danimarca in testa – sono costretti ad abbattere milioni di visoni temendo che possano diffondere una mutazione del coronavirus, la Cina si arricchisce anche in questo campo approfittando dell’aumento globale dei prezzi delle pellicce.
Lo riporta Reuters in un’inchiesta, evidenziando come gli allevatori cinesi stiano riavviando le loro attività sospese a inizio pandemia con l’entrata in vigore dei divieti di commercio di animali selvatici. Mentre dal canto loro, i commercianti hanno fatto salire alle stelle i prezzi di vendita – fino ad un terzo – approfittando del crollo dell’offerta da parte dei concorrenti europei (E non solo).
La Danimarca fa strage di visoni e la Cina ne approfitta
Parliamo per esempio della Danimarca, il più grande esportatore al mondo che all’inizio del mese novembre ha dovuto abbattere 15-17 milioni di capi dopo che alcuni esemplari erano stati trovati positivi a una mutazione del Sars-CoV-2. «Se l’obiettivo è ridurne i rischi di trasmissione, allora avere questi allevamenti di visoni è un grosso rischio perché rende molto più difficile la gestione dell’epidemia e crea così grandi riserve di ospiti sensibili al virus», ha dichiarato Francois Balloux, professore di biologia computazionale all’University College di Londra e co-autore di un recente articolo sulla trasmissione di COVID-19 nei visoni. Il timore che un ceppo resistente al vaccino potesse diffondersi anche tra gli esseri umani ha indotto il governo danese – ma non solo – a ordinare quella che molti chiamano una «strage programmata».
Una miniera di soldi
La Cina, che era secondo posto per produzione di pellicce del pregiato mustelide, ha scalzato la Danimarca. Tutto questo con il silenzioso benestare di Pechino, che si è ben guardata dall’intraprendere azioni contro gli ottomila allevatori sparsi per il Paese. Se infatti è possibile controllare e monitorare l’attività degli allevamenti di visoni più grandi, è improbabile che la Cina possa farlo capillarmente reprimendo così un settore d’affari che frutta ogni anno 50 miliardi di dollari.
In tutto questo, i commercianti di pellicce festeggiano. «È stato fantastico», afferma dalla Cina Wang He, commerciante e allevatore che si è visto aumentare i propri guadagni del 30-50 per cento in seguito all’abbattimento dei visoni danesi. Molti «Si stavano preparando a smettere di allevare, ma ora che i mercati hanno iniziato a muoversi in questo modo, hanno ricominciato le riproduzioni».
Cristina Gauri