Bruxelles, 7 lug – L’Eurogruppo si è da poco riunito, per la prima volta dopo il referendum di domenica, per affrontare di nuovo il tema della crisi greca.
Le carte in tavola sono radicalmente cambiare rispetto a solo una settimana fa, quando la posizione negoziale ellenica era abbastanza precaria. Il “No” espresso dalla consultazione popolare ha dato a Tsipras alcune chanche in più di spuntare condizioni migliorative sull’eventuale rinnovo del piano di aiuti, i cui dettagli sono tuttavia ancora là da definire.
Il premier greco presenta anzitutto il nuovo ministro delle finanze, Euclides Tsakalotos, che era già parte del gruppo che in questi mesi ha partecipato alle trattative. Indiscrezioni vorrebbero le dimissioni di Varoufakis come una richiesta della ex Troika per agevolare le discussioni.
In secondo luogo, Tsipras avrebbe messo sul tavolo una richiesta per avere 7 miliardi “entro le prossime 48 ore”. Un prestito ponte per far fronte alle scadenze più urgenti ed evitare così il default conclamato, dando in questo modo tempo ad Atene e ai creditori internazionali per limare i dettagli con più calma.
La posizione dei partner europei non è unitaria, ma sembra ricalcare la traccia fin qui seguita. Germania e nordici (baltici compresi) più intransigenti, mentre Francia e Spagna guidano la leadership dei paesi che cercano una soluzione accomodante per tutti. Italia al momento non pervenuta, se non per alcune dichiarazioni di circostanza.
Mostra sicurezza il presidente della commissione Ue, Jean-Claude Juncker: “La mia volontà, il mio desiderio è quello di evitare la Grexit”, e la Commissione “farà di tutto perché il negoziato riprenda”, ha commentato.
Stasera è poi atteso il summit dei capi di governo.
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