Roma, 26 mar – Erdoğan, il presidente della Turchia, pochi giorni fa annunciato che la Santa Sofia, la basilica che è uno dei monumenti più visitati e amati di Istanbul che al giorno d’oggi ha una funzione strettamente museale, verrà (di nuovo) trasformata in moschea.
Campagna elettorale
Erdoğan attualmente è impegnato in un tour de force di interviste e partecipazioni televisive: il 31 marzo, infatti, ci saranno le elezioni amministrative e si è nel pieno della campagna elettorale. Ed è proprio in tale contesto che il leader dell’Akp avrebbe dichiarato la sua ferma volontà di “islamizzare” di nuovo la Agya Sophia. Secondo la tradizione, la basilica ortodossa fu eretta per volontà di Costantino I: distrutta da un incendio in seguito a degli scontri nella capitale bizantina, fu ricostruita dalle fondamenta da Teodosio II e nuovamente ridotta in macerie dalla celebre “rivolta di Nika” del 532. Di nuovo eretta da Giustiniano, non è sfuggita poi alla furia iconoclasta del 726: tutti gli splendidi mosaici vennero ricoperti. Divenuta moschea nel 1453 per volontà di Maometto II, arrivò infine ad uno stato “laico” di museo per mano di Ataturk: prima ancora, però c’è un po’ d’Italia. Il restauro più importante infatti fu quello del 1847 eseguito dall’architetto ticinese Gaspare Fossati e dal fratello Giuseppe Fossati.
“Reazione ai suprematisti bianchi”
La decisione sulla Santa Sofia espressa da Erdogan è senz’altro una mossa che tende alla capitalizzazione di Istanbul come centro della fede coranica, affiancandolo a Medina, Gerusalemme e a La Mecca. Il presidente turco ha inoltre dichiarato che tale decisione è una reazione alla strage di Christchurch, in Nuova Zelanda: è, quindi simbolo della volontà di contrastare (a sua detta) una tendenza mondiale “anti islamica”. In tale ottica, il segnale sarebbe di non intimidazione, da parte dei musulmani, per gli attacchi dei “suprematisti bianchi” come Brenton Tarrant (il protagonista della strage). Proprio Brenton aveva sui suoi profili social dichiarato di voler “riconquistare Santa Sofia, tenuta in ostaggio e profanata dai musulmani”.
Le critiche dell’opposizione
Erdoğan non ha, tuttavia, designato una data per questo passaggio: in patria ha comunque scatenato polemiche questa sua dichiarazione e, nello specifico, il Partito Popolare Repubblicano, all’opposizione, non ha lesinato critiche come quella di voler “riservare ai soli musulmani” l’accesso a un monumento facente parte del patrimonio Unesco e quindi dell’umanità intera.
Ilaria Paoletti