Roma, 19 dic – “Non voglio dire che Saddam fosse innocente, era un dittatore sanguinario, ma col senno di poi, avere un Saddam invecchiato e senza potere mi sembra migliore che perdere vite dei nostri uomini e donne in divisa, che assistere alla nascita dello Stato Islamico e aver sperperato tre triliardi per costruire il nuovo Iraq”. A rimpiangere il Rais non è un qualsiasi analista indipendente, ma l’agente Cia che scovò e interrogò l’ex leader iracheno. Si tratta di John Nixon, che il 29 dicembre esce nelle librerie americane con il suo Debriefing The President: The Interrogation Of Saddam Hussein. Alcuni estratti sono stati pubblicati in anteprima sul Mail On Sunday e tradotti in italiano da Dagospia. L’uomo descrive le sue impressioni alla vista del ricercato numero uno in Iraq: “Non si può negare che l’uomo avesse carisma. Era alto e robusto, Anche da prigioniero certo di essere giustiziato, manteneva un’aria di importanza”. Alle prime domande, Saddam rispose sferzante: “Perché non mi domandi della politica? Potresti imparare molto da me”.
Sulla questione delle armi di distruzione di massa fu sarcastico: “Avete trovato un traditore che vi ha dato Saddam Hussein. Non ne trovate uno che vi dica dove stanno le armi di distruzione di massa? L’Iraq non è una nazione di terroristi. Non avevamo alcuna relazione con Bin Laden, né armi di distruzioni di massa, e non eravamo una minaccia per i nostri vicini. Ma il Presidente Bush ha detto che volevamo attaccare e che le possedevamo. Non abbiamo nemmeno mai pensato di usarle, non ne abbiamo mai parlato. Usare armi nucleari contro il mondo? C’è qualcuno sano di mente che lo farebbe? Chi avrebbe usato queste armi, visto che nessuno le aveva usate contro di noi?”. Anche sull’11 settembre la sua reazione fu forte: “Da che paesi provenivano? Arabia Saudita. Quel capobanda di Muhammad Atta era forse iracheno? No. Era egiziano. Allora perché pensate che io sia coinvolto con gli attacchi?”.
Nixon si trovò di fronte una persona molto diversa da quella che aveva immaginato: “Molti eminenti psichiatri per anni avevano studiato la sua mente e affermato che la sua crudeltà derivasse da traumi infantili, dal patrigno che lo picchiava. A me disse che ‘il patrigno era stato l’uomo più gentile mai incontrato’. Sapevamo che aveva problemi di salute e aveva smesso di fumare e di mangiare carne rossa. Lui disse invece che fumava quattro sigari al giorno e mangiava carne rossa. Stava benissimo”. Agli americani diceva in continuazione che avrebbero fallito, in Iraq: “Non conoscete la nostra lingua, la nostra storia, la nostra mentalità. Siamo la notte e il giorno, l’estate e l’inverno”. Dopo che il Rais fu impiccato, nel 2007 Nixon fu convocato nello studio ovale da George W. Bush. “Guardò Dick Cheney e scherzò: ‘Sicuro che Saddam non ti ha detto dove ha messo quelle fiale di antrace?’. Tutti risero ma io lo ritenni inappropriato. L’America aveva perso oltre 4000 soldati sul campo”.
Giorgio Nigra