Roma, 27 apr – E’ dal 1981 che Eni opera in Algeria, dove intrattiene da decenni rapporti più che buoni con la società petrolifera statale Sonatrach. L’adozione, da parte del governo di Algeri, di una nuova legge sugli investimenti ha spinto le due aziende a rafforzare e migliorare le proprie relazioni. Per questo motivo, di recente, l’amministratore delegato del Cane a sei zampe Claudio Descalzi ha incontrato il presidente di Sonatach Toufik Hakkar. Scopo del vertice firmare nuovi accordi riguardanti l’esplorazione e la ricerca di idrocarburi, attività di sviluppo, decarbonizzazione e formazione. Con un occhio dunque anche all’ambiente.
Eni in Algeria: dal petrolio alla decarbonizzazione
Il primo di questi accordi mira a migliorare le attività di esplorazione e ricerca nel bacino (terrestre) di Berkine, nel quale sono localizzati importanti giacimenti di petrolio e gas naturale. Eni e Sonatrach sono impegnate a realizzare un grandre centro per lo sfruttamento e la loro lavorazione, a partire dalle (e utilizzando le) infrastrutture già esistenti.
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Per quanto importante, tuttavia, questo non è l’unico accordo siglato da Eni. Descalzi e Hakkar hanno infatti raggiunto un’intesa sul comune obiettivo di lavorare a nuove tecnologie focalizzate allo sviluppo di fonti rinnovabili. Idrogeno e biocarburanti in primis. Come tante compagnie petrolifere anche Eni punta a ridurre le emissioni di anidride carbonica e a prepararsi a un futuro in cui la domanda di idrocarburi è destinata a scendere.
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Il relativo programma di investimenti di Eni in Algeria non sarebbe però possibile senza l’ausilio di personale qualificato. Per questo motivo Eni Corporate University collaborerà con l’istituto algerino del petrolio per formare i tecnici che dovranno lavorare ai rispettivi progetti.
Giuseppe De Santis
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