Berlino, 24 set – Le urne hanno chiuso alle 18 e cominciano ad essere resi noti gli exit poll delle elezioni nazionali tedesche, che hanno registrato un’affluenza di circa il 70% degli aventi diritto al voto. Come era ampiamente previsto, la Merkel è in testa con tranquillità. L’Union (Cdu/Csu) si attesta infatti, per ora, al 33,5%, staccando nettamente la deludente Spd con il suo candidato tutt’altro che convincente Martin Schulz (21%). I socialdemocratici pagano così quattro anni da membri di minoranza della “grande coalizione”. La vera incognita, alla vigilia, era rappresentata dal terzo posto. Qui se la giocano Linke, Verdi, Fdp (Liberali) e il partito sovranista Alternativa per la Germania (Afd). Attualmente, l’Afd è in vantaggio con il 13,5%, mentre la Linke (9%), i Verdi (9,5%) e i Liberali (10) sperano in un sorpasso forse non più possibile.
A questo punto, gli unici scenari probabili di governo rimangono, almeno a livello aritmetico, una riedizione della “grande coalizione” tra Cdu e Spd, oppure la cosiddetta “Giamaica” – nomignolo che deriva dal colore dei partiti dell’eventuale coalizione, ossia Cdu (nero), Verdi e Fdp (giallo). Questa seconda opzione è però più ipotetica che reale. Al momento non sembra invece praticabile, come nel quadriennio 2009-2013, un’alleanza che prevede cristiano-democratici e liberali da soli al governo. In questo senso pesano la brutta flessione della Cdu rispetto al 2013 (-8%) così come il relativamente scarso peso della Fdp, che comunque riesce a tornare in Parlamento dopo la catastrofe del 2013.
La Linke e i Verdi confermano il trend negativo che si registra ormai da diverso tempo, ma nel complesso tengono botta. Entra invece con prepotenza nel Bundestag il partito sovranista dell’Afd, che quattro anni fa – appena formatosi – aveva mancato di poco la soglia di sbarramento del 5%. Qualora si arrivasse – com’è probabile – a una rinnovata “grande coalizione”, l’Afd sarebbe il primo partito d’opposizione. Si tratta di un ruolo che implica numerosi vantaggi sia da un punto di vista politico-simbolico che pratico e burocratico.
Gabriele Costa
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