Atene, 7 nov – Che l’accordo di Tsipras con i creditori internazionali si sarebbe tradotto in altri anni di austerità per la Grecia era risaputo. Che potesse trasformarsi in una catastrofe che neanche i governi a guida Neo Dimokratia, spiccatamente e dichiaratamente pro-Ue, non era invece all’ordine del giorno. E invece Tsipras, costretto all’angolo dal disvelamento (ad opera sua, peraltro) del bluff con cui ha tenuto in scacco tutti, cittadini greci in primis, non manca di sorprendere.
Grecia: resa senza condizioni
Stiamo parlando, pur senza guerra in corso, di una Caporetto. Anche se ormai la Grecia non preoccupa più, per il semplice motivo che il Parlamento sta svolgendo con ordine i compiti che la troika – non si chiama più Brussels Group, neanche la forma politicamente han lasciato ad uno Tsipras in mutande – via via assegna ai ligi deputati di Syriza e di Anel.
L’ultimo atto della farsa si è consumato ieri, quando sono state approvate misure legate alla concessione di due degli oltre 80 miliardi di nuovo piano di aiuti. Perché funziona così: visto che la Grecia è corrotta e inaffidabile (ma la Germania, dalla Siemens alla Volkswagen, tralasciando le “oliate” ai funzionari greci perché acquistassero mezzi militari tedeschi, non che possa ergersi a chissà quale modello) allora le risorse saranno centellinate via via che sarà data esecuzione al progressivo smantellamento dello Stato.
Tagli alle pensioni, aumento delle tasse
Il disegno di legge passato al vaglio della camera interviene soprattutto su pensioni e fisco. Per quanto riguarda la previdenza viene modificato il sistema di calcolo dell’assegno, con il risultato di renderlo più leggero. In ambito fiscale invece si eliminano buona parte dei sussidi all’agricoltura, misura che rischia di tradursi nella mazzata finale per un settore già allo stremo. Non passa invece, per il momento, l’introduzione dell’Iva al 23% sull’istruzione privata.
Fra le altre cose, si cerca di velocizzare su efficienza energetica e privatizzazioni, con particolare riguardo ai porti, dopo che gli scali aerei sono già passati in mano alla tedesca Fraport guarda caso a ridosso dell’approvazione del nuovo piano da parte del Bundestag tedesco.
Rimangono aperte, inoltre, le partite sull’abbassamento del limite – attualmente a 200mila euro – per escludere le possibilità di pignoramento della prima casa. La troika spinge per ridurlo 120mila euro, Tsipras cerca di mantenere almeno un minimo di dignità per evitare che decine di migliaia di greci si trovino da un giorno all’altro in mezzo alla strada. L’impressione è che comunque una via di mezzo verrà trovata.
Nonostante ciò, la Grecia dovrà comunque trovare altri 300-400 milioni per rispondere alle richieste dei creditori, che dopo i giochini e le doppie facce di Tsipras stanno presentando un conto salatissimo. Il pettinato premier ellenico punta a far digerire le ulteriori, pesantissime pillole con l’obiettivo di arrivare ad una riduzione del debito, che ormai marcia spedito verso il 200% del Pil. Attenzione però: nessun taglio è ancora stato accordato o promesso, ma le discussioni sul tema potrebbero iniziare a breve. Anche ipotizzando però un nuovo – l’ennesimo – taglio, la Grecia ne uscirà con un’economia ancora più malmessa fra nuove tasse, riduzione dei redditi e della domanda interna e così via, lungo il percorso seguito fino ad ora e che nessuno si sogna di mettere in discussione.
Filippo Burla
1 commento
beh! se le sono cercate tutte, oltretutto le loro ultime elezioni sono state una chiara approvazione al nuovo corso.
Chi è causa del suo male pianga se stesso.