Roma, 26 set – Mentre in Italia le elezioni portano il centrodestra al governo, con la preoccupazione mediatica internazionale per un ritorno a non si sa bene che cosa; nella Cuba socialista le associazioni Lgbt vincono il referendum su matrimoni omosessuali e adozioni di bambini alle coppie gay. Dopo 4 anni di continui rinvii e modifiche, la “comunista” Cuba è pronta a dire sì ai matrimoni e alle adozioni per coppie omo-trans-sessuali. Stando agli ultimi risultati del referendum di domenica 25 Settembre, il “nuovo codice della famiglia” avrebbe ricevuto il 67% di voti favorevoli. Ad annunciarlo è stata Alina Balseiro, presidente del Consiglio elettorale nazionale. Il conteggio però è ancora incompleto; mancano infatti ancora i risultati dei seggi di tre province.
Il nuovo Codice della Famiglia cubano è un documento di 100 pagine che il governo aveva appoggiato per la modifica della legge, conducendo una campagna nazionale per esortare le persone ad approvarlo. Lo stesso presidente, Miguel Díaz-Canel, domenica ai seggi ha affermato che si aspettava un voto favorevole da parte della maggior parte della popolazione. Oggi, il 66% dei voti finora conteggiati a favore della riforma, supera di gran lunga la soglia del 50% dell’approvazione degli elettori.
Ieri rieducati nei campi di lavoro, oggi utili al Sistema
Circa due terzi della popolazione cubana ha votato per approvare le riforme in un nuovo Codice della famiglia, che consentirà anche la maternità surrogata e darà alle coppie gay il diritto di adottare bambini. Nel corso della campagna referendaria, però, si sono registrate dure opposizioni da parte di movimenti religiosi, conservatori e di “comunisti vecchia scuola”. Nella rossa Cuba di Castro e Guevara, infatti, negli anni Sessanta e Settanta i gay venivano perseguitati e mandati nei campi di lavoro. A differenza delle sinistre occidentali, gli atteggiamenti ufficiali nei confronti dell’omosessualità sull’isola comunista sono cambiati solo negli ultimi anni. Nei primi anni del governo comunista di Fidel Castro, dopo la rivoluzione del 1959, l’omosessualità era proibita e i gay erano mandati nei campi di lavoro per essere “rieducati”. Alla faccia del faccione del Che sbandierato dalle sinistre europee, verrebbe da dire!
Il governo festeggia coi gay in una Cuba in crisi economica ed energetica
I movimenti di opposizione anti-governativa considerano questo referendum una mossa dello Stato per migliorare la propria immagine usando la moda dei diritti umani, dopo la brutale repressione di tutte le forme di dissenso attuata negli ultimi anni. Il referendum, infatti, arriva durante una grave crisi economica ed energetica che quotidianamente porta a interruzioni di corrente che colpiscono milioni di persone in tutta l’isola. Nei mesi scorsi, migliaia di cittadini erano scesi in piazza per manifestare il loro disagio sulla situazione economica e sociale del Paese. I manifestanti chiedevano soluzioni immediate per far fronte alle continue interruzioni di energia, oltre a rivendicare maggiori libertà personali. A inizio luglio scorso, nel corso delle proteste si erano registrati disordini con macchine ribaltate e saccheggi. Le forze governative risposero allora con l’uso di manganelli e spray al peperoncino contro i manifestanti, arrestando centinaia di persone.
Il problema del turismo sessuale… soprattutto minorile
Oltre alla grave crisi economica ed energetica che sta affrontando l’isola, un altro enorme problema di Cuba rimane sicuramente la prostituzione, anche quella minorile. Si calcola che nel Paese vi siano intorno alle 100mila prostitute ma, essendo tale mestiere tollerato, anche se non completamente legale, i numeri potrebbero essere molto più alti. Questo lo si deve soprattutto al turismo sessuale di cui Cuba è tristemente capofila tra i Paesi sudamericani fin dagli anni del comunismo castrista. Essendo una fonte di reddito importante in un contesto sociale mediamente povero, la prostituzione è vista da molte famiglie cubane come un qualsiasi altro lavoro normale, turistico. Inutile dire che la fascia di età coinvolta è mediamente bassa, arrivando orribilmente a toccare l’età adolescenziale e la pubertà. Parlando di preferenza di genere, invece, quello preferito dal turismo sessuale è senza dubbio quello femminile. Negli ultimi decenni però, il fenomeno della prostituzione omosessuale e transessuale, sta spopolando specialmente tra i giovanissimi.
Se da una parte accontenterà le sinistre occidentali dei diritti progressisti e Lgbt, questa nuova mossa del governo cubano, dall’altra parte però offusca le proteste popolari contro la crisi e la repressione, correndo il rischio di aumentare, ancora di più, il gravissimo problema della prostituzione. Soprattutto l’annoso problema della prostituzione minorile che l’adozione dei bambini alle coppie gay potrebbe contribuire a sviluppare terribilmente.
Andrea Bonazza