Roma, 17 feb – Alta tensione nel Donbass, regione composta dalle due repubbliche separatiste di Donetsk e di Lugansk, mentre è in corso l’incontro a Mosca tra Di Maio e Lavrov. Nell’ampio territorio a maggioranza russa, staccatosi dall’Ucraina nel 2014 e da allora sempre rivendicato dal governo di Kiev, sono ripresi pesanti scontri con il tipico tourbillon di accuse reciproche.
Alta tensione nel Donbass
Secondo il ministro degli Esteri dell’Ucraina, Dmytro Kuleba, il villaggio di Stanytsia Luhanska è stato bombardato con armi pesanti dai filorussi. “Sono state danneggiate infrastrutture civili. Chiediamo a tutti i partner di condannare prontamente questa grave violazione degli accordi di Minsk da parte della Russia, nel contesto di una situazione di sicurezza già tesa”, scrive Kuleba su Twitter. Diversa la versione dei filorussi, che accusano le forze ucraine di aver sparato colpi di mortaio. “Per proteggere i civili, i nostri difensori hanno dovuto aprire il fuoco di rappresaglia per sopprimere le armi del nemico”, dice il portavoce della milizia popolare di Donetsk, Oleg Nikitin, citato dall’agenzia Tass. Nikitin afferma poi che le violazioni del cessate il fuoco sono state prontamente portate a conoscenza dei rappresentanti della parte ucraina nel Centro congiunto di controllo e coordinamento per il cessate il fuoco “al fine di adottare misure contro gli autori del reato ed escludere i casi di falsificazione dei dati registrati sulle violazioni del cessate il fuoco da parte dell’esercito ucraino”.
Scontri continui dal 2014
Gli scontri in Donbass in realtà vanno avanti da diversi anni. In quelle aree di confine c’è un conflitto che ha provocato la morte di oltre 30mila persone, con 2,5 milioni di civili sfollati. Come scriviamo da giorni su questo giornale, il riconoscimento delle Repubbliche separatiste da parte della Duma, è un primo passo ufficiale per il via libera all’annessione alla Russia. L’atto in sé non preannuncia l’invasione dell’Ucraina e neppure una guerra su larga scala, ma è possibile che gli scontri tra ucraini e russi continuino – aumentando progressivamente – in quell’area di confine. A quel punto Washington potrebbe puntare su nuove sanzioni alla Russia, senza però mettersi di traverso militarmente per impedire la definitiva annessione delle due Repubbliche separatiste. “Negli ultimi giorni abbiamo sentito che la Russia avrebbe conservato un enorme potenziale offensivo al confine. Ma stiamo parlando del nostro territorio. Nel frattempo nessun rappresentante occidentale ha menzionato l’enorme potenziale offensivo dell’esercito ucraino che esiste sulla linea di contatto”, dice oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Di Maio a Mosca: “Prevalga diplomazia”
Nel frattempo, come detto, è in corso l’incontro tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il suo omologo russo Sergej Lavrov. “Oggi invieremo la lettera di risposta agli Usa, sarà resa pubblica perché crediamo indispensabile che le persone possano avere un’idea precisa di ciò che sta accadendo”, ha detto Lavrov. “Con il ministro Lavrov – ha dichiarato Di Maio – stiamo coordinando la data per un incontro tra Draghi e Putin“. E ancora: “ll ministro Lavrov mi ha riferito che c’è tutta la disponibilità russa a trovare una soluzione diplomatica alla crisi” in atto in Ucraina. “Alla luce di quanto riferitomi martedì a Kiev dal ministro Kuleba e oggi dal ministro Lavrov, c’è dunque la disponibilità da entrambe le parti a trovare una soluzione diplomatica”, ha sottolineato Di Maio. “Deve prevalere la diplomazia, il buon senso, la strada maestra per evitare un conflitto che potrebbe generare conseguenze devastanti per l’intero Continente. La pace, che allontana ogni dramma dagli effetti incontrollati, è la direttrice da continuare a seguire, è l’unica via che può condurci a una duratura stabilità. Le armi lascino lo spazio alla diplomazia. L’Italia – ha aggiunto il titolare della Farnesina – è tra i Paesi più attivi per raggiungere questo obiettivo”.
Eugenio Palazzini
2 comments
Ah, se c’è di Maio il conflitto è risolto!!! Porta la pastiera napoletana e risolve tutto, se riesce almeno a biascicare una parola d’inglese.
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