Stoccolma, 30 lug – Una bufera si è abbattuta sul governo svedese: un enorme errore di sicurezza ha permesso la diffusione di milioni di dati di privati cittadini, aziende, infrastrutture, enti, ma anche polizia ed esercito ed è costato il posto, per ora, ai ministri dell’Interno e delle Infrastrutture, montando una crisi che mette in difficoltà il governo rosso-verde di Stoccolma.
In breve: il ministro delle Infrastrutture ha deciso di subappaltare (pare per questioni di razionalizzazione e risparmio) la gestione e l’organizzazione del proprio database alla IBM, la quale ovviamente ha diviso il lavoro tra proprie diverse filiali, partecipate e ditte esterne, alcune delle quali però con sedi in paesi considerati dalla Svezia “non alleati” e quindi non sicuri. I servizi di sicurezza del regno hanno già chiarito che avevano dato parere contrario all’operazione e sulla velocità dei servizi di “smarcarsi” da questa cosa forse emergerà qualcosa in futuro. Ora si scopre che oltre alla privacy di milioni di cittadini messa in pericolo, sono stati diffusi senza alcun controllo politico e senza alcun rispetto di protocolli dati che vanno da “identità coperte” a percorsi studiati dalla polizia per Vip o trasporti di merce preziosa, oltre a dati legati più strettamente all’esercito e all’intelligence.
Il danno è, politicamente parlando, enorme perché la Svezia svolge un ruolo di punta in merito alla sorveglianza antirussa. Così grande che nel 2013 scoppiò un precedente “datagate” in cui emerse che, direttamente su richiesta degli Stati Uniti, i servizi svedesi gestivano importanti informazioni di intelligence sul teatro russo ed erano considerati “prioritari” sul piano dell’analisi politica e di intelligence verso il governo Putin. Ai tempi la questione venne considerata abbastanza seriamente dalla Russia che raffreddò sensibilmente i rapporti con la Svezia.
Il ministro della Difesa Peter Hulqvist per ora non ha perso il posto, nonostante le opposizioni chiedano la sua testa: in parte protetto dal fatto che è assolutamente ben visto dagli Usa e dalla Nato per lo sforzo che ha profuso in questi anni per ri-militarizzare la pacifica Svezia. Tuttavia la crisi non è finita e il partito anti immigrazionista ed anti europeista che guida l’opposizione, i Democratici di Svezia, sta utilizzando questo errore del governo per sottrarre consensi anche in vista delle elezioni che arriveranno nel 2018 e che, a questo punto, lo vedono assolutamente rafforzato.
Guido Taietti