Roma, 30 giu – Crisi di donazioni per le ong che lavorano con i rifugiati. Lo dice l’autorevole quotidiano britannico Guardian, ravvisando come il mercato delle donazioni sia legato all’emotività che suscitano i fatti di cronaca. Sembra quindi che la pacchia sia finita per quanti lavorano con i rifugiati.
Lo conferma Help Refugees, una sigla che riunisce oltre 70 ong in tutto il mondo, impegnate a vario titolo nel soccorso e nell’accoglienza dei migranti, spiegando che prima dell’ondata di sbarchi sulle coste italiane entravano anche 20mila sterline a settimana, ora poche migliaia al mese. Le casse delle ong non sono comunque vuote, dal momento che una realtà come Help Refugees gestisce qualcosa come 10 milioni di euro all’anno, grazie alle donazioni dei vip del cinema e dello spettacolo. Ma quel che langue sono le donazioni della gente comune.
Le varie raccolte fondi, però, hanno toccato picchi di successo in concomitanza con le tragedie che hanno avuto grande risalto sui mass media, in particolare quando a morire sono state vittime innocenti, come i bambini. È andata così quando venne ritrovato il corpicino del piccolo Aylan Kurdi, su una spiaggia di Bodrum, in Turchia. E lo stesso è avvenuto con l’incendio al campo profughi di Dunkirk.
Ma quando l’emergenza e la copertura mediatica di queste tragedie vanno scemando, le ong devono ingegnarsi per trovare altre fonti di finanziamento. O, come spiega al Guardian il responsabile del foundraising di Hel Refugees Wayne Murray, lavorare per trovare altre storie da raccontare in modo da umanizzare ancora di più i rifugiati.
La caduta libera delle donazioni alle ong sembra sia il segno che la gente ha perso fiducia e si sente presa in giro da queste organizzazioni, soprattutto dopo lo scandalo legato ai profughi e alle collusioni di queste organizzazioni con gli scafisti e i trafficanti di uomini. Di pari passo, però si registra un aumento di donazioni alle realtà sovraniste. Un esempio? La Onlus “Io sono un patriota” in pochissime settimane ha già raccolto centinaia di adesioni. Questo perché il principio di promuovere l’amore per l’Italia con l’idea che i suoi confini siano sacri e inviolabili e la visione di un popolo italiano unito e indirizzato in unico fine o scopo che riassume la grandezza della nazione, risulta essere un tema molto sentito. Al di là dell’emotività di una notizia di cronaca, per quanto tragica essa sia.
Anna Pedri