Parigi, 2 mar – La magistratura francese sta facendo gli straordinari per consegnare l’Eliseo a Emmanuel Macron, tecnocrate catapultato in politica dai ranghi della banca Rotschild. Catherine Griset, capo di gabinetto della leader del Front National, Marine Le Pen, è stata da poco incriminata nel quadro delle indagini sugli impieghi fittizi all’Europarlamento della leader frontista. Interrogata anche la guardia del corpo di Le Pen, Thierry Légier, che in serata è stato rimesso in libertà senza che venisse mossa a suo carico alcuna accusa.
Problemi giudiziari anche per il candidato del centrodestra, François Fillon, messo all’angolo da un’inchiesta che riguarda il denaro pubblico incassato, sembra irregolarmente, dalla moglie. Ieri, quando ha detto di voler fare un annuncio alla stampa, tutti hanno creduto che si stesse per ritirare. L’uomo ha appena ricevuto una convocazione dai pm e dovrà essere interrogato il 15 marzo. Fillon ha invece mostrato una grinta che molti non sospettavano: “Non cederò, andrò fino in fondo. È un assassinio politico, lo stato di diritto è stato sistematicamente violato, la presunzione d’innocenza è sparita”. L’inchiesta che lo riguarda ha a che fare con il denaro pubblico incassato sotto forma di rimborsi per lavori mai svolti da vari esponenti della sua famiglia. Le Canard Enchainé, autore dello scoop, ha scoperto che la moglie di Fillon, Penelope, ha guadagnato oltre 900mila euro, più dei 500mila euro inizialmente citati. Tra il 1988 e il 2013, con intervalli e pause, la signora Fillon è stata assunta come assistente parlamentare prima con il marito e poi, quando lui è diventato premier, con il suo sostituto. Fillon avrebbe inoltre stipendiato due dei suoi figli quando era al Senato, per un totale di 84mila euro. In queste ore era addirittura comparsa la notizia di un fermo giudiziario per Penelope, poi smentita. Proprio per mettere a tacere le voci, Fillon ha quindi deciso di sfidare apertamente i magistrati: “Sono convocato il 15 marzo dai giudici istruttori allo scopo di essere indagato, ma non riconosco i fatti che mi vengono contestati. Non ho fatto abuso di soldi pubblici. Come quasi un terzo dei parlamentari, ho affidato dei lavori ai miei famigliari perché potevo contare sulla loro fiducia e sulle loro competenze. Mi hanno in effetti assistito e lo dimostrerò”.
Secondo Fillon, l’inchiesta intende mettere “la museruola alla voce di milioni di elettori. Mi presenterò davanti ai giudici. Ma non cedo, non mi arrendo, non mi ritiro. Andrò avanti fino alla fine perché al di là della mia persona, è tutta la democrazia a subire una sfida”. Per il gollista, la data della convocazione dai giudici “è stata scelta perché cade appena due giorni prima della chiusura delle candidature, è calcolata in modo da impedire di essere candidato all’Eliseo a me, e a qualsiasi altro esponente della destra e del centro”. Il risultato, comunque, è che il ballottaggio che si profila all’orizzonte è Le Pen-Macron, con quest’ultimo nettamente staccato al primo turno ma in grado di farcela al secondo, grazie al solito “fronte repubblicano” e ai timori indotti dai mercati, che da tempo stanno terrorizzando i francesi sulle conseguenze nefaste di un voto lepenista. Il risultato sarebbe quello di confermare la sinistra al potere dopo i disastri del governo Hollande, probabilmente il meno amato della storia francese, nonché di mettere un banchiere a capo di una delle nazioni più importanti d’Europa in piena ondata populista e anti-casta. Miracolo delle toghe politicizzate.
Adriano Scianca
1 commento
Caro adriano scianca
Sono d accordo con te
Ma penso che si vuol aprire la strada non ad un governo di sinistra.
Macron e di sinistra quanto Mario Monti e Matteo Renzi .
Macron fara l interesse della finanza che lo sostiene