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Corea: strade distrutte, volantini e modifiche costituzionali. Sale la tensione

by Guido Bruno
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Roma, 18 ott – Si riaccende nuovamente lo scontro tra la Corea del Nord e la Corea del Sud. Nonostante lo stato di sospensione delle ostilità firmato con un armistizio nel 1953, non sono nuovi ad attacchi dimostrativi e propagandistici reciproci. Nello scenario asiatico fanno seguito anche alle tensioni Cina-Taiwan e alimentano un clima di forti tensioni diplomatiche e militari. Ricordiamo che quest’anno Pyongyang ha operato vari test missilistici e Seul si è impegnata in manovre di addestramento militare.

Volantini ed esplosivo

La scorsa settimana però dei droni hanno fatto piovere migliaia di volantini propagandistici sul territorio nordcoreano. Prendevano di mira Kim Jong-un e la sua famiglia: vengono accusati di vivere nel lusso mentre la popolazione viene sottoposta a continue restrizioni e miseria. L’azione sui cui volantini appare la frase “quanto è ricco Kim Jong-un” pare sia stata eseguita da un gruppo di attivisti, tra cui alcuni fuoriusciti nordcoreani, ma non ci sono conferme ufficiali. Seul smentisce ogni coinvolgimento.

A scaldare nuovamente gli animi la contromossa del leader nordcoreano. Nella mattinata di martedì su un suo ordine i militari di Pyongyang hanno fatto brillare le strade che collegano i due paesi. Seul però non è rimasta a guardare e ha risposto immediatamente ordinando alle proprie truppe di sparare colpi di avvertimento sul trentottesimo parallelo che delinea la famosa zona demilitarizzata (DMZ) e senza sconfinare nel territorio nordcoreano. 

Corea del Nord: la modifica costituzionale

A peggiorare i già incrinati rapporti diplomatici anche il recente annuncio da parte di Pyongyang. La Corea del Nord ha infatti modificato la Costituzione durante l’Assemblea Suprema del Popolo dichiarando come “stato ostile” la Corea del Sud. Si riallontana ufficialmente ogni proposito di riunificazione, come era stato paventato già negli scorsi mesi da parte del leader nordcoreano arrivato addirittura a minacciare un attacco nucleare contro il Sud.

Se da un lato i nordcoreani incassano l’appoggio russo, dall’altra parte latita una risposta di Washington. Fino a questo momento le elezioni hanno bloccato la capacità di reazione e di influenza statunitense, non solo sullo scenario asiatico.

La Cina propone un accordo politico

La Cina, invece, appella alla calma e propone un “accordo politico” tra le parti. Tramite il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, dichiara: “abbiamo sempre creduto che mantenere la pace e la stabilità nella penisola e promuovere un processo di soluzione politica per le questioni in agenda sia l’unica in linea con gli interessi di tutte le parti”.

Paiono lontanissimi i tempi di distensione dell’era Trump che avevano portato a una relativa calma tra le due Coree, vedremo se tutto rientrerà nella costante altalena diplomatica coreana oppure se ci saranno nuove tensioni. I venti di guerra arriveranno anche in Oriente?

Guido Bruno

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