Pyongyang, 7 mar – “Sommergeremo Seoul e Washington con un mare di fuoco”. Così riporta il quotidiano nordcoreano Rodong Sinmun in merito alle esercitazioni “Key Resolve 2016” e “Foal Eagle” che cominceranno oggi ad opera della forze Usa e sudcoreane.
Le due esercitazioni, che vengono effettuate annualmente, saranno le più grandi di sempre: “Key Resolve” durerà dal 7 al 18 marzo e prevede il dispiegamento di alcune unità di comando e controllo dell’esercito americano in territorio sudcoreano in funzione di migliorare l’integrazione del dispositivo militare di sicurezza e stabilità dell’area, come da OPLANs del United States Pacific Command; “Foal Eagle”, che invece proseguirà sino al 30 aprile, rappresenta la vera e propria manovra di grande intensità di varie unità americane e di Seoul per dimostrare la capacità di deterrenza in caso di conflitto con la Corea del Nord.
In particolare “Foal Eagle” prevede l’impiego di forze speciali, unità da assalto anfibio, forze corazzate e marittime, operazioni aeree ed esercitazioni contro forze speciali (Csofex, Counter Special Operations Forces Exercises).
Come ogni anno il Governo di Pyongyang tramite i suoi organi di stampa ha additato queste esercitazioni come una “Dichiarazione di guerra” di Seoul e Washington contro la Corea del Nord, e ha sottolineato come il reale obiettivo sia di “Decapitare” la leadership nordcoreana. Si legge in un comunicato stampa che “L’Esercito ed il Popolo della Repubblica Democratica Popolare della Corea lancerà un’offensiva massiccia per contrastare decisivamente le isteriche esercitazioni nucleari degli Stati Uniti e dei suoi accoliti volte a gettare l’esistenza della RDPC in un disastro nucleare” e che “Prenderemo contromisure militari per un attacco preventivo”. In parole povere Pyongyang minaccia di attaccare le forze americane e della Corea del Sud con tutto il suo arsenale, atomico compreso.
La storia della Corea del Nord è fatta di continue minacce come questa, che si ripetono annualmente in occasione delle varie esercitazioni degli Usa e dei suoi alleati nell’area: sono funzionali sia per aumentare il consenso interno del leader, che per poter strappare, di volta in volta, condizioni più favorevoli al tavolo delle trattative sull’embargo economico che da decenni attanaglia il Paese sopra al 38esimo parallelo. Lo scenario strategico nell’area sta però mutando, sicuramente per merito di Pyongyang che recentemente ha fatto detonare il suo quarto ordigno atomico, che parrebbe essere stato un meccanismo a fusione. L’ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, Samantha Power, ha detto che le sanzioni che Washington proporrà saranno le più dure degli ultimi 20 anni e che colpiranno la Corea del Nord in due settori cruciali: la sua già debole economia e le sue forze armate. “Queste sanzioni, se adottate, manderanno un messaggio chiaro e diretto al regime della RDPC” ha riferito la Power giovedì scorso “Il mondo non accetterà la vostra proliferazione. Ci saranno delle conseguenze per le vostre azioni”.
In questo senso gli Stati Uniti hanno inviato a Pechino Daniel Russel, Assistente Segretario di Stato, per discutere sulla effettiva partecipazione della Cina a queste nuove sanzioni. La partita, oltre che lungo il 38esimo parallelo, si giocherà anche a Pechino che dovrà decidere del futuro di Pyongyang, considerando che la caduta del regime di Kim Jong-un sotto il peso di un nuovo e più forte embargo potrebbe portare un’ondata di rifiugiati a riversarsi nel proprio territorio oltre ad instaurare un nuovo governo filo occidentale lungo il confine cinese. Pericolo che Pechino sicuramente non tenderà a sottovalutare soprattutto vista la mutazione nell’indirizzo della propria strategia in estremo oriente, che si è fatta di volta in volta sempre più aggressiva. Nonostante questo la pazienza della Cina nei riguardi del proprio vicino “bellicoso” potrebbe essere terminata, e anche se vengono richiesti dei nuovi negoziati tra Nord e Sud Corea, Pechino potrebbe decidere di punire Pyongyang in qualche modo.
Si ritiene che la reale capacità di infliggere seri danni tramite il proprio arsenale nucleare sia ancora molto di là da venire da parte della Corea del Nord, sebbene l’esatto numero delle testate a disposizione sia solo stimato da parte degli esperti. Va anche considerato che la logica di un conflitto atomico prevede comunque due tipologie di impiego: a bassa intensità, o di tipo tattico, ovvero verso le forze militari ostili avanzanti o comunque su obiettivi militari paganti come basi aeree e concentramenti di forze corazzate, e ad alta intensità, il caso dello scontro totale, che prevede di colpire, dopo gli obiettivi militari, quelli industriali e civili. Una simile capacità di ritorsione è a disposizione solo delle grandi potenze, come Russia, Cina e Stati Uniti; le poche testate, stimate, in possesso di Pyongyang, combinate con la scarsità di vettori in grado di colpire bersagli molto distanti (gli ICBM tipo Taepo Dong 2 sono ancora pochi e passibili di miglioramenti), ne fanno sì una minaccia per i Paesi confinanti come Corea del Sud e Giappone, ma, qualora venissero usate su città e installazioni militari, esporrebbero la Corea del Nord ad un attacco di ritorsione talmente devastante il cui peso sarebbe insostenibile per il regime di Kim Jong-un.
Paolo Mauri
4 comments
E’ LA FINE DI UN ALLEGRO IMPERO DITTATORIALE (“un”)NORD) PER CREARE UN GOVERNO (sud) CON I CRISMI DELLA LIBERTA’ TANTO AGOGNATA (un e’ solo “”UN”) ridicolo!!!!
Un esercitazione di 300.000 soldati sud coreani + 15000 usa con mezzi ultramoderni sotto casa non è sicuramente una cosa normale
un cane contro 10 leoni deve pur abbaiare almeno
Questo è un articolo del 2014
http://www.mondoallarovescia.com/i-35-piu-potenti-eserciti-del-mondo/
dove si evince che la korea del sud non ha bisogno di nessuno aiuto , mentre la korea del nord nella sua 35 posizione , non vedo perchè dovrebbe far paura e per di più piena di sanzioni da anni
Ovviamente la classifica è del 2014 mentre ad oggi nessuno ha caso che alla Turchia che sarà a quota numero 5 nel mondo a brevissimo tempo https://www.youtube.com/watch?v=W5zceMbQ6r0
scusate per l’ errore riscrivo la parte non chiara : nessuno ha fatto alla Turchia che