Amsterdam, 5 giu – La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza, organismo facente parte del Consiglio d’Europa, ritrae un’Olanda molto diversa dal paese liberale che spesso ci viene rappresentato dai media. I membri della commissione hanno infatti messo l’accento su una “preoccupante” retorica xenofoba nel paese dei tulipani.
Politici olandesi nel mirino
Secondo il rapporto stilato dalla commissione, i sentimenti di intolleranza nei Paesi Bassi troverebbero le loro radici nella natura coloniale del rapporto con i “diversi”: alcuni politici come Theo Hiddema del Forum per la Democrazia, vengono definiti “apertamente razzisti”. Hiddema, in un’intervista per il quotidiano De Telegraaf avrebbe detto che secondo la scienza, i siriani immigrati sarebbero dotati di un quoziente intellettivo più basso e per questo dovrebbero avere salari più bassi rispetto agli olandesi. Il ministro degli Esteri Stef Blok è invece colpevole di aver detto che “le società multiculturali pacifiche non esistono” (Blok in Europa è alleato di Emma Bonino). Tuttavia il ministro ha già fatto ammenda per quanto detto, sottoponendosi a sei ore di dibattito parlamentare, chiedendo scusa per le parole usate e respingendo in questa maniera una mozione di sfiducia nei suoi confronti.
Turchi e marocchini tra i più “discriminati”
Tra le comunità di stranieri più numerose in Olanda vi sono i turchi e marocchini. Secondo il rapporto della commissione, queste sono le due comunità più bersagliate dai controlli di polizia, e lo sarebbero per una ragione di discriminazione razziale. “Il 61% degli intervistati di origine nordafricana e il 43% di quelli d’origine turca ritengono di essere stati fermati dalla polizia per effetto del profiling razziale”. Sempre secondo il rapporto della commissione, il 42% de di queste “discriminazioni” hanno avuto come teatro lo stadio – un posto notoriamente “caldo” sotto il profilo dell’ordine pubblico.
Ilaria Paoletti
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