Roma, 20 gen – Se c’è un tratto distintivo dell’antifascismo contemporaneo, e non solo, forse è quello di cercare di non assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Oppure, quando ciò non è possibile, di trovare scappatoie o mitigazioni alle conseguenze. Ora anche la Germania si prepara a difendere i “compagni” di merenda della Salis.
I compagni della Salis si costituiscono
Dopo l’eurodeputata col martello Ilaria Salis, che fino al 2029 è protetta dall’immunità garantitale dal suo seggio a Strasburgo, ora arrivano i sette “compagni”, accusati come la Salis delle aggressioni di Budapest a danno di militanti nazionalisti, che in queste ore si sono consegnati alle autorità tedesche. E perché mai? Il motivo è presto detto; non essendoci in vista per i prossimi quattro anni elezioni europee che possano garantire ai martellatori incalliti l’impunità e un seggio all’Europarlamento, i “valorosi” neo-partigiani hanno pensato bene di mettersi nelle mani di mamma questura tedesca. Ma analizziamo anzitutto i fatti. Cos’è accaduto in queste ultime ore? Sette cittadini tedeschi si sono consegnati alle autorità della Germania. Su di loro, presumibilmente affiliati alla famigerata Hammerbande, da quasi due anni pendeva un mandato di cattura internazionale spiccato dalle autorità di Budapest. Sono accusati di aver preso parte ai vili attacchi, armati di martello e in rapporto di 10:1, contro alcuni militanti nazionalisti isolati durante le celebrazioni del Giorno dell’Onore del 2023. La stessa identica accusa che i tribunali ungheresi hanno mosso ad Ilaria Salis. Quest’ultima però, com’è noto, con l’elezione al parlamento europeo nel giugno dello scorso anno ha ottenuto la scarcerazione e l’immunità fino al 2029.
Costituiti alle loro condizioni
I nostri “eroi” hanno però dettato le loro condizioni (del resto sono nella posizione di farlo, no?): non voglio essere estradati. E chi se lo sarebbe mai aspettato, da dei cuor di leone di questo calibro! In una nota diffusa dai legali della “banda dei sette” si legge infatti: “I nostri clienti vogliono difendersi da queste accuse in Germania. I giovani si sono quindi consegnati alle autorità, nonostante la possibilità di estradizione in Ungheria […]. In Ungheria, rischiano una condanna fino a ventiquattro anni di carcere”. Per sapere come si evolverà la questione bisogna attendere che si pronunci la Procura Federale della Germania, ma nel frattempo una cosa è certa: qualora la Procura Federale dovesse rispondere picche diventerebbero ben otto (più la Salis, protetta dal seggio d’oro) gli antifa’ che Budapest rischia di non poter processare per i fatti del Giorno dell’Onore.. Oltre a loro, infatti, lo scorso anno il tribunale di Milano aveva già protetto un altro “compagno” dall’estradizione in Ungheria.
Coperture e protezioni
Tuttavia, sembra che quanto era stato previsto all’indomani dell’elezione della Salis stia diventando sempre più vero e sfacciatamente palese: in nome dell’antifascismo è concessa qualsiasi porcata, con la copertura del sistema. Si era detto che l’elezione (e la conseguente immunità) della Salis avrebbe creato un precedente. Eccole qua le conseguenze di quel precedente; in primo luogo, uno stato sovrano che, con la scusa di presunti diritti umani non rispettati, non ha più il diritto di processare chi compie un crimine sul suo territorio. In secondo, il fatto che d’ora in poi, indipendentemente dalla gravità del crimine compiuto, se è stato compiuto in nome dell’antifascismo, “una soluzione si troverà sempre” per evitare le conseguenze delle proprie azioni; che si tratti di andare al parlamento europeo o di negare l’estradizione nell’unico posto che ha il diritto di processare chi ha compiuto il reato. Forse qualche tribunale ungherese non rispetterà i presunti diritti umani, ma di sicuro l’incoerenza e l’ipocrisia antifasciste non rispettano il più basilare senso logico e l’umano raziocinio.
Enrico Colonna