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Come il turismo potrebbe salvare la Tunisia dalla bancarotta

by Giuseppe De Santis
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tunisia, turismo

Roma, 9 lug – La Tunisia sta attraversando una forte crisi finanziaria, dovuta anche al fatto che importa molto più di quanto riesce a esportare. In mancanza di entrate alternative, questo passivo nella bilancia commerciale causa una forte riduzione delle riserve di valuta estera, cosa che a sua volta rende difficile importare beni di prima necessità, che infatti iniziano a scarseggiare. La crisi tunisina preoccupa molto il governo italiano, visto che potrebbe spingere molti africani a imbarcarsi verso le coste del Sud Italia aumentando cosi’ l’afflusso di immigrati che è già decisamente elevato. Per tale motivo, il governo Meloni sta facendo pressioni sul Fondo Monetario per rilasciare un prestito che permetterebbe alla Tunisia di rimpinguare le sue riserve di valuta estera. Purtroppo le cose non sono così facili, visto che in cambio di questo prestito il Fondo Monetario vuole obbligare la Tunisia a tagliare i sussidi al pane e ai generi alimentari, una misura fortemente contestata dal governo di Tunisi, anche per il timore di nuove rivolte sociali. Per come stanno le cose, potrebbe sembrare che per questa nazione nordafricana non vi siano grosse speranze, se non fosse per la carta del turismo.

L’importanza del turismo in Tunisia 

La Tunisia è da tempo una rinomata meta vacanziera e l’industria del turismo, oltre a rappresentare il 7% del Pil, impiega anche centinaia di migliaia di persone. Dopo la crisi causata dal Covid, adesso il flusso di turisti è in forte ripresa. Per il 2023 le autorità tunisine si attendono l’arrivo di 8,5 milioni di turisti, un numero leggermente inferiore rispetto ai 9,4 milioni del 2019, ma decisamente più alto dei 6,4 milioni dello scorso anno. Questo aumento degli arrivi, porterà un incremento delle entrate di valuta estera che dall’inizio dell’anno, fino a maggio, è stato di 550 milioni di dollari. Certo, il settore turistico non risolverà tutti i problemi della Tunisia, ma darà alle casse dello stato un’importante boccata d’ossigeno. E potrebbe creare anche nuovi posti di lavoro.

Giuseppe De Santis

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1 commento

fc 22 Luglio 2023 - 8:08

Una domanda semplice, semplice…, si può entrare in Tunisia senza controlli doganali e fare i propri comodi ? Se sì è tutto comprensibile, se no è una pura e semplice presa per il culo. Tornino a lavorare terra e mare loro !

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