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Svezia: coalizione bipartisan contro l’ascesa dei nazionalisti

by Armando Haller
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L'accordo è astato annunciato il 27 dicembre dai partiti firmatari

L’accordo è stato annunciato il 27 dicembre dai partiti firmatari

Stoccolma, 29 dic – Il primo ministro svedese Stefan Lovfen ha trovato l’accordo con la minoranza di centrodestra e ha quindi annullato le elezioni anticipate previste per il prossimo marzo. A farne le spese è il partito nazionalista degli Svedesi Democratici, che nelle ultime elezioni si era attestato come terza forza del Paese, in forte ascesa grazie a una efficace campagna anti-immigrazione.

L’intesa fra il Partito Socialdemocratico di Lovfen, l’Allenza di centrodestra e i Verdi è arrivata lo scorso 27 dicembre, a risoluzione dell’impasse parlamentare sulla legge di bilancio. I partiti di centrodestra, guidati dal presidente uscente Fredrik Reinfeldt, si erano infatti opposti a un ulteriore aumento delle tasse per sostenere scuola, assistenza sociale e creazione di nuovi posti di lavoro. L’intesa spunta sostanzialmente la politica di bilancio di Lovfen, che si dovrà adattare alle posizioni dell’Alleanza, e sancisce inoltre una comunità di intenti su pensioni, energia e difesa.

Un copione già visto, dove i partiti mainstream blindano le rispettive e comuni posizioni a scapito del crescente partito nazionalista; gli Svedesi Democratici avevano infatti raggiunto il 12,9% nelle ultime elezioni dello scorso marzo. Risultato previsto in ulteriore crescita, almeno di cinque punti, in quelle che dovevano essere le prime elezioni anticipate in Svezia dal 1958.

Non mancano neanche i tetri contorni incendiari, con le cronache che negli ultimi mesi hanno rigistrato numerosi attacchi terroristici di cui quasi mai sono stati individuati i colpevoli. L’ultimo il 25 dicembre, quando una molotov è stata lanciata nei pressi della moschea di Eskilstuna, a 90 chilometri da Stoccolma.

Alla luce di quello che è stato ormai battezzato come “Accordo del sabato”, dal punto di vista parlamentare il partito nazionalista di Björn Söder esce fortemente ridimensionato, perdendo il ruolo di ago della bilancia che si era ricavato fra i due schieramenti principali e che si sarebbe ulteriormente consolidato nelle nuove elezioni.

Seppure il nuovo scenario conferma l’attitudine della politica svedese a muoversi principalmente su periodi di tempo medio-lunghi, è difficile immaginare che tali manovre riescano a disperdere il consenso del partito di Söder. La fine della crisi economica e occupazionale è ancora di là da venire, così come la soluzione alla questione dell’immigrazione, con centomila nuovi arrivi previsti per il 2015.

Armando Haller

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