Washington, 29 nov – Cortocircuito democratico. Intervistata dal Guardian, Hillary Clinton, ex candidata democratica alla presidenza Usa nella corsa contro Trump, ha dichiarato: “Penso che l’Europa abbia bisogno di gestire in maniera drastica l’immigrazione perché è ciò che tiene accesa la fiamma“. La “fiamma” in questione, oggetto dell’intervista all’edizione americana del quotidiano britannico, è il crescente populismo negli stati Europei. Secondo la Clinton, la soppressione di tali sentimenti popolari va di pari passo con la soppressione dei flussi migratori. Nella stessa intervista rilasciata al quotidiano punto di riferimento della “left” anglosassone, l’ex first lady risorta dalle ceneri dell’affaire Lewinsky, rincara la dose: “Penso che sia corretto dire che l’Europa ha fatto la sua parte e deve inviare un messaggio molto chiaro: “Non saremo in grado di continuare a fornire rifugio e sostegno”.
“Se non affrontiamo la questione della migrazione” aggiunge “essa continuerà a tenere banco nelle sorti della politica europea”. Naturalmente, le dichiarazioni della Clinton non sono state apprezzate nella madre patria e nello specifico dalla sinistra americana: Hillary si è ritrovata infatti al centro di un turbine mediatico. Gli elettori democratici, delusi da questa sua uscita, ne approfittano per accusarla del totale fallimento delle scorse elezioni. “Non sei riuscita a vincere contro l’equivalente del cartone animato di un fascista” è una delle accuse rivoltele dagli utenti di Twitter “e adesso arrivi alla conclusione che è successo perché non hai promesso di costruire un muro ancora più grande tra USA e Messico”.
In effetti, la logica democratica dell’ex segretario di Stato appare quantomeno contorta: la Clinton si è spinta addirittura a dire che “se non raggiungiamo gli obiettivi razzisti a loro nome, allora i populisti hanno vinto“. In questo gioco delle tre carte, la senatrice democratica appare pronta a prendere il mano la battaglia contro l’immigrazione sotto un altro vessillo, “mascherandola” da lotta al crescente populismo che dilaga in Europa.
Ilaria Paoletti