Washington, 11 mar – Prosegue negli Usa il dibattito sul diritto a possedere armi da fuoco da parte dei cittadini, come sempre accade dopo un fatto di cronaca che riporti alla ribalta il tema. Le posizioni sono circa le solite: Repubblicani, con in testa l’ala populista Trumpiana a favore e democratici e liberal contro; con qualche vertice repubblicano che recentemente si è spostato verso le posizioni severe “progressiste”. Lo scontro è particolarmente infiammato perchè è occasione per tentare di accerchiare le Presidenza e quindi democratici e media si stanno particolarmente impegnando a mostrare servizi di studenti in lacrime, associazioni mai viste di “madri/sorelle/zie” di feriti (alcune accusate di essere composte da attrici professioniste) ecc ecc; cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sui termini della questione.
La prima menzogna, estremamente diffusa e che sentiamo spessissimo riportata anche dai giornalisti italiani (altrettanto di parte a quelli statunitensi ovviamente) è che leggi maggiormente restrittive sul possesso di armi non passino per via dell’opposizione della fantomatica e potentissima “lobby delle armi”. Di solito qui qualcuno ha anche la faccia tosta di parlare di un duro scontro di Obama e della Clinton, entrambi sostenitori di leggi restrittive, contro questa “lobby”, quasi sempre identificata nella Nra.
È evidente a chiunque non sia un cretino (e quindi la cosa sfuggirà a buona parte dei giornalisti) che il “complesso militare industriale” (in merito al quale esprimeva preoccupazione addirittura Eisenhover nel suo famoso discorso del 1961) preferirebbe mille volte una presidenza guerrafondaia come fu quella di Obama o come avrebbe potuto essere quella della Clinton, rispetto ad una isolazionista a americano-centrica come quella Trump. È evidente anche a occhio che il business per la lobby delle armi non può reggere sulla vendita ogni anno di centinaia di migliaia di armi individuali che costano poche centinaia di dollari e che hanno una durata di decenni; piuttosto reggere sugli appalti del Pentagono, sulla progettazione e lo sviluppo di sistemi d’arma di miliardi di dollari, sulla vendita di armi ad eserciti; sulla possibilità che scoppino conflitti ecc ecc. In particolare la “lobby delle armi” non si può identificare nella Nra che invece è l’associazione dei possessori di armi da fuoco, la quale al limite può sicuramente agire sul sistema politico americano minacciando, in modo perfettamente legittimo, di spostare milioni di voti, non certamente miliardi di dollari come invece può fare e fa da diversi decenni il “complesso militare industriale” che paga consulenze, finanzia campagne, acquista quote di giornali e televisioni.
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La seconda menzogna è più sottile: il discorso vago, che si basa su una superficiale plausibilità, che la maggior diffusione di armi sia correlata con una maggiore criminalità. In realtà i numeri affermano il contrario: uno Stato come la California che ha la legislazione in merito alle armi più severa degli Usa è falcidiata da un tasso di criminalità violenta ben sopra la media nazionale. Non solo, molto spesso i fenomeni di “mass shooting” che tanto sconvolgono i media tendono ad avvenire nelle cosiddette “gun free zones” dove ovviamente il criminale è sicuro di poter sparare a inermi cittadini fino all’arrivo della Polizia.
Persino la Cnn in un recentissimo servizio ha dovuto parlare con toni tra lo stupito e l’incredulo del caso di Kennesaw, una cittadina di 33000 abitanti della Georgia. In questa città, dal 1982, vige una legge che impone il possesso di un’arma da fuoco ad ogni capofamiglia che abbia residenza nel territorio cittadino. Praticamente ogni maschio adulto possiede un’arma da fuoco; pistole, fucili e fucili d’assalto. Il tasso di crimini violenti della cittadina è molto sotto la media e l’ultimo omicidio risale a sei anni fa. I giornalisti stessi avanzano in modo vago l’affermazione che “in realtà non è chiaro se ci sia un correlazione tra la bassa criminalità e il possesso di armi”; curiosamente di diverso avviso sembra invece il sindaco, che ha affermato: “Se tu fossi un criminale, sfideresti la sorte nel venire a commettere un crimine qui da noi, dove sai che non solo non sei l’unico armato, ma che ti dovrai guardare da ogni singolo cittadino?”
Guido Taietti
Cittadini e armi: ecco cosa ci dicono i (veri) numeri degli Usa
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2 comments
Esperienza personale:
Ottimo articolo, e la questione è anche piu complessa.