Roma, 3 mar — Che il liberal-progressismo e tutte le sue venefiche emanazioni avessero in odio la bellezza — un odio sotto il quale si celano, principalmente, invidia e risentimento — è ormai acclarato: non stupisce, dunque, apprendere dell’iniziativa del Sissi Museum a Vienna, dove il famoso quadro dell’imperatrice austriaca dipinto nel 1865 da Winterhalter è stato interamente coperto da una poesia.
La povera Sissi coperta da un temino delle elementari
Secondo quanto riporta Dagospia, si tratta di una lenzuolata bianca sulla quale è stampata, in maniera piuttosto sgangherata, ma l’effetto è sicuramente voluto, una poesia minimalista — più un temino delle elementari, a dire il vero — che parla della vita e delle qualità caratteriali di Sissi. Lo scopo, fanno sapere dalla direzione del museo, è aiutare il pubblico a distaccarsi dall’idea che l’imperatrice fosse solo una bellissima donna, il cui fascino, nel corso dei secoli, è stato celebrato dagli artisti.
Vietato celebrare la bellezza, vietato esserne attratti
Più recentemente, il cinema si è occupato della «principessa triste» evidenziando la sua bellezza, lo sfarzo di corte, la depressione, la burrascosa vita sentimentale e l’ossessione per la giovinezza eterna. La bellezza non è tutto, esisteva anche la Sissi madre e donna, amante della cultura, con una ricca vita interiore. Cancellare il ritratto che ne celebra l’aspetto esteriore con quattro frasi che sembrano vergate da un’adolescente sulla Smemoranda è sembrata l’idea migliore. Si tratta di «Un’azione di sensibilizzazione nei confronti della donna, in generale», spiegano gli organizzatori. Il progetto si chiama Sisi’s New Portrait e durerà per tutto il mese di marzo.
«Per la giovane Sissi il concetto di bellezza non esisteva. Appena giunta alla corte di Vienna comprese che ciò che ci si aspettava da lei era solo questo. Il suo aspetto fu strumentalizzato. A dipingere il celebre ritratto dell’imperatrice del 1865 fu Franz Xaver Winterhalter, pittore iconico per il mito di Sissi che contribuì a diffondere la sua fama e bellezza in tutto il mondo», spiega Michael Wohlfart, curatore del Museo di Sissi.
Lezioncina morale
Una soluzione alternativa avrebbe potuto essere quella di accostare la poesia al quadro, senza mortificare la bellezza dell’opera e soprattutto evitando di colpevolizzare chi si reca al museo per contemplarne le opere e ammirarne l’estetica. Invece si è preferito cacciare la lezioncina morale giù nella gola del povero visitatore («Vuoi vedere Sissi per la sua bellezza, la sua gloria, per i suoi abiti, i suoi capelli, i suoi eccessi, i drammi, le ossessioni, la supposta depressione»), criminalizzando la curiosità per aspetti considerati frivoli e marginali, e propinando il peana sulla «sua eredità che aiuta i rifugiati di oggi» (il pippone immigrazionista è obbligatorio), su come «amasse studiare», sui suoi «saldi principi» e su come si devono «ricordare le donne per chi erano, e non per il loro aspetto esteriore».
Allora, stando così le cose, meglio distruggere tutti i quadri e tutte le statue a soggetto femminile d’Europa: le maestrine del femminismo — a nostro parere, solo delle grandi rosicone che sublimano il loro terrore di essere irrilevanti mortificando il resto del mondo in— hanno deciso che è vietata la bellezza, è vietato riconoscerla, ed è vietato esserne attratti.
Cristina Gauri
1 commento
Estendendo ciò che Feltri (che apprezzo ogni giorno di più) diceva per la Murgia, il problema di queste tizie è di essere brutte come orchesse. Più che il maschio bianco eterosessuale loro nemiche sono le donne belle e aggraziate( ma anche quelle meno belle, ma dotate comunque di un fascino tutto loro, originali e autenticamente libere). E vabbè Madre Natura vi ha fatto così, ma non siate invidiose, cercate di sopperire con altro ,che non siano però queste baracconate pseudo femministe( e io le femministe vere, quelle del passato, tipo le suffragette, le apprezzo molto…).