AGGIORNAMENTO ORE 12.28: Il Cremlino ha reso noto che proprio oggi Putin ha ricevuto il capo della Corte Suprema, Viacheslav Lebedev. Sono state diffuse anche le immagini del colloquio, svoltosi nella residenza di Novo-Ogaryovo, fuori Mosca. Resta da capire se si tratta della definitiva smentita delle tesi più complottiste o di un’altra operazione mediatica.
Mosca, 13 mar – Cinque marzo, una data fatidica per la Russia. Quella della morte di Stalin, nel 1953. Quella dell’incontro di zar Vladimir Putin col presidente del consiglio italiano Matteo Renzi, nel 2015: soprattutto, la data dell’ultimo incontro pubblico documentato del presidente russo fino a questo momento, e sono trascorsi otto lunghi giorni.
Scartata l’ipotesi che Putin sia morto dal ridere dopo l’incontro con Renzi, o che il nostro premier abbia nuovamente fischiettato, questa volta nelle stanze del Cremlino – cosa che da quelle parti si ritiene porti una iella terribile – una fitta aria di mistero aleggia intorno alla scomparsa dai radar mediatici del potentissimo leader russo.
Un mistero reso ancora più intrigante dalle goffe incongruenze sul sito ufficiale del Cremlino, in cui foto e filmati relativi a eventi teoricamente successivi al 5 marzo – come la celebrazione della festa della donna del 8 marzo – sono stati ricollocati in base a testimonianze dirette proprio al 5 marzo scorso o perfino a date precedenti. Effettivamente, nonostante una lunga ricerca anche attraverso numerose fonti russe, ufficiali e informali, non si hanno prove fotografiche o filmate di Putin dopo il 5 marzo.
Una ricostruzione apparentemente completa degli eventi è offerta dalla testata giornalistica Ural Week, basata in Kazakhstan, che di seguito sintetizziamo. L’unico evento in cui Putin ha incontrato non soltanto personaggi ufficiali è stato proprio quello legato alla festa della donna, ma l’agenzia giornalistica economica russa RBC è stata in grado di dimostrare che – come sopra anticipato – la documentazione dell’evento risale proprio al fatidico 5 marzo. In tale occasione, un partecipante all’incontro ha testimoniato alla RBC che Putin appariva in buona forma fisica ma evidentemente stanco.
Dal 6 marzo e in tutti i giorni successivi, Putin avrebbe tenuto soltanto incontri non pubblici con ufficiali del governo, senza la presenza della stampa. Secondo il sito ufficiale del Cremlino, il presidente russo avrebbe partecipato a un incontro con il Consiglio di Sicurezza, quindi conferito con i ministri delle finanze e della difesa, rispettivamente Anton Siluanov e Sergei Shoigu, nonché con il capo della banca Vnesheconombank, Vladimir Dmitriev.
Il 10 marzo, sempre secondo il sito del Cremlino, Putin avrebbe incontrato – ancora in privato – il governatore della regione autonoma Yamal-Nenets, Dmitry Kobylkin. Tuttavia, la RBC è stata in grado di dimostrare che in quel giorno Kobylkin non si recò affatto al Cremlino.
Il giorno 11 marzo, l’ufficio stampa presidenziale ha informato dell’incontro di Putin con il governatore della Karelia, Alexander Hudilaynenom. Tuttavia, il giornale economico online “News of Karelia” aveva riportato già il 5 marzo che “Vladimir Putin incontra Alexander Hudilaynenom”, specificando anche che nell’occasione non si sarebbe parlato di elezioni regionali anticipate, un dettaglio che conforta sulla veridicità dell’informazione, per altro confermata da una fonte vicina allo stesso governatore, che collocava l’evento al 4 marzo.
Nonostante tutto questo, il capo del servizio stampa e portavoce presidenziale, Dmitry Peskov, confermava alla RBC che gli incontri con i due governatori si sarebbero tenuti, invece, nei giorni indicati sul sito ufficiale del Cremlino, mentre la celebrazione della festa della donna sarebbe da collocare “alla vigilia” della festa stessa, senza ulteriori specificazioni.
Nel frattempo, fonti interne al governo del Kazakhstan, riprese anche dalla Reuters, hanno riportato che l’incontro nella capitale Astana, tra i presidenti russo, bielorusso e kazako, pianificato per il 12-13 marzo, non avrebbe avuto luogo specificando che “la visita è stata cancellata, pare che Putin sia ammalato”. Secondo fonti russe, tuttavia, lo stesso meeting non sarebbe stato cancellato ma soltanto rimandato e comunque si terrà in marzo, secondo gli impegni dei tre presidenti.
Ieri, 12 marzo, avrebbe dovuto tenersi l’importante cerimonia della sottoscrizione dell’accordo di integrazione tra Federazione Russa e Ossezia del Sud, la regione ribelle precedentemente controllata dalla Georgia, resasi indipendente dopo la breve guerra dell’agosto 2008, cui lo stesso Putin avrebbe dovuto partecipare: l’evento è stato cancellato, nonostante la delegazione di Tskhinvali, capitale della piccola repubblica caucasica, fosse già arrivata a Mosca.
Infine, nella stessa giornata di ieri era prevista la partecipazione del capo del Cremlino al direttorio del servizio di sicurezza interno, FSB, ma fonti interne alla presidenza stessa hanno dato per certa l’assenza del presidente.
L’emittente radiofonica e giornalistica Eco di Mosca, nota per la sua linea indipendente dal Cremlino e generalmente anti-putiniana, oltre a confermare la dettagliata ricostruzione di fonte kazaka, ha sentito direttamente il portavoce presidenziale Dmitry Peskov; nell’intervista, questi ha sostenuto che Putin gode di ottima salute e sta affrontando numerosi incontri informali che hanno stravolto la sua agenda, per cui “nessuno dovrebbe preoccuparsi per il fatto che il capo dello Stato per qualche tempo non compaia in pubblico”, per altro confermando che Putin non avrebbe partecipato alla programmata riunione del direttorio della FSB.
Eco di Mosca tuttavia aggiunge che per il prossimo 17 marzo è programmato un incontro con “Pobeda” (“Vittoria”), il comitato organizzatore delle celebrazioni della vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale, senza specificare se tale incontro sarà pubblico o meno.
Oggi, quindi, nessuno sa quando Putin presenzierà a un incontro pubblico. Tutte le altre agenzie e testate giornalistiche russe controllate non riportano ulteriori informazioni significative, eccetto nuove dichiarazioni di Peskov, come quelle riportate dalla Vesti (“Notizie”), o da Russia Today, ambedue vicine al Cremlino, intese a smentire qualsiasi problema di salute per zar Vladimir, ma rimane il fatto che oggi nessuno sa quando Putin presenzierà a un incontro pubblico.
Anche volendo ignorare le voci che a occidente, almeno dall’ottobre scorso, vogliono Putin alle prese con un cancro al pancreas (generalmente incurabile e spesso a rapida evoluzione fatale), rilanciate recentemente dal giornale tedesco Bild, distintosi in più occasioni per una feroce campagna avversa al leader russo, i segnali di questi giorni lasciano più di un dubbio sulle sue reali condizioni di salute.
In primo luogo, le affannose e spesso piccate smentite dello staff presidenziale, i goffi tentativi della comunicazione del Cremlino di postdatare certa documentazione fotografica, le rivelazioni dal Kazakhstan (dove per altro non è invece un mistero il cancro alla prostata da cui soffre da tempo il locale presidente a vita Nursultan Nazarbayev), non depongono certo a favore della chiarezza.
In secondo luogo, quando la scorsa estate le forze separatiste del Donbass, in Ucraina, parevano sul punto di collassare in una sconfitta rovinosa, e si moltiplicavano le voci di un complotto interno al potere russo per destituire il presidente, cui si attribuiva, forse anche strumentalmente, la responsabilità dell’imminente sconfitta (che poi invece si è trasformata in una relativa vittoria), Putin non esitò a comparire in diretta televisiva nazionale, su più reti, nella notte tra il 21 e il 22 luglio soltanto per dimostrare di essere ancora saldamente al potere (infatti non disse assolutamente niente che potesse giustificare la necessità e l’urgenza di un improvviso discorso notturno al popolo). Perché oggi, a fronte di tante congetture, Putin non si mostra in diretta televisiva?
In terzo luogo e assai più sottilmente, si potrebbero considerare i recenti sviluppi delle indagini sull’assassinio di Boris Nemtsov, uno dei leader dell’opposizione liberale – comunque quasi ininfluente nella politica russa contemporanea – e già vice-ministro all’epoca del presidente Eltsin, avvenuto il 27 febbraio scorso, che possono essere ascoltati dalla voce di Giulietto Chiesa nel video sottostante.
Secondo gli inquirenti russi, starebbe venendo alla luce un piano estremamente articolato, raffinato e generosamente finanziato, con ramificazioni in Russia, Cecenia, Ucraina e probabilmente oltreoceano, per la cui organizzazione operativa avrebbe svolto un ruolo centrale una grande società di ingaggio di mercenari, l’americana Vanguard, erede della Blackwater.
Questa avrebbe assoldato allo scopo elementi vicini al leader ceceno Ramzan Kadyrov, fedelissimo di Putin, anche allo scopo di destabilizzare il potere russo nei suoi gangli più delicati, forse affidandosi anche alle coperture offerte da settori dissidenti, per semplicità diciamo “atlantisti”, interni allo stesso governo di Mosca, e comunque dimostrando platealmente una capacità operativa tanto umiliante (l’omicidio di Nemtsov avvenne a poche centinaia di metri dalle mura del Cremlino) quanto preoccupante per la stessa sicurezza dei politici più esposti.
Quanto questo recente omicidio apparentemente assurdo, e altri connessi – pure menzionati da Giulietto Chiesa – possa avere a che fare con l’assenza dalle scene di Putin non è ovviamente dato sapere, ma qualcosa ci dice che faremmo bene a ricordarcene.
Francesco Meneguzzo
Luiza Chubuchenko
3 comments
[…] Il mondo si chiede dov’è Putin (e lui ricompare) […]
[…] Il mondo si chiede dov’è Putin (e lui ricompare) […]
Senti babbeo ma la fai finita? Eri del KGB quando io ero iscritto al Partito Comunista di Bologna e continui. Tutto quello che hai scritto su Putin è vero e ti dico anche che non accetterò mai, con tutti i milioni di euro che sta dando a Prodi, De Benedetti, Salvini, Berlusconi, Roberto Fiore di Forza Nuova e a te, non accetterò mai un criminale schizofrenico responsabile del massacro di Smolensk dove uccise tutta la classe dirigente polacca e non accetterò mai un criminale invasore di Ucraina (la Crimea era parte dell’ Ucraina anche se ci aveva messo le sue basi), Siria (sempre per le basi e l’accesso al Mediterraneo, dei suoi pupazzi palestinesi (ricordiamo che Sigonella mentre gli utili idioti pacifinti marciavano e i socialisti pagavano e proteggevano i terroristi che uccisero il paralitico ebreo), dei suoi macabri omicidi con plutonio di cui non Topolino parla ma un suo ex agente Mitrokhin. Vergognati è una vita che fai il pupazzo di un dittatore nazicomunista che farà la fine di Milosevic.