Roma, 31 ott – Lo Zimbabwe è un Paese che viene spesso citato ad esempio negativo su cosa non funziona in Africa. Una nazione una volta prospera che si è enormemente impoverita dopo che l’ex presidente Robert Mugabe ha varato una riforma agraria che prevedeva la confisca delle terre dei contadini bianchi per ridistribuirle ai contadini neri. Purtroppo pero questa riforma non ha raggiunto i risultati previsti, visto che a beneficiarne sono stati africani vicini al regime che non avevano esperienza in agricoltura e questo ha fatto crollare la produzione agricola causando una gravissima recessione.
Zimbabwe, una luce in fondo al tunnel dell’economia al collasso
L’attuale presidente, Emmerson Dambudzo Mnangagwa, ha però cercato di rimediare a questo problema e si incominciano a vedere segnali di miglioramento, non solo nel settore agricolo ma anche in quello industriale. Per quanto riguarda l’agricoltura, quest’anno lo Zimbabwe prevede un raccolto di 380mila tonnellate di grano, un traguardo importante se si pensa che il consumo annuale è di 360mila tonnellate. Un surplus che può essere venduto ad altri Paesi generando un guadagno in valuta pregiata.
Questo importante risultato è stato raggiunto grazie ad incentivi messi in atto dal governo per aumentare la produzione e che prevedono un miglioramento delle tecniche agricole. C’è da dire che questi risultati non interessano solo la coltivazione di grano ma riguardano anche mais, legumi e noccioline e c’è anche un progetto per produrre agrumi da esportare in Cina.
L’agricoltura è importante, ma il governo dello Zimbabwe sta guardando oltre e per tale motivo vuole aggiungere valore all’estrazione di minerali ferrosi tramite la costruzione di una grossa acciaieria nel centro del Paese.
A costruire questa acciaieria sarà la società cinese Dinson Iron and Steel Company – una sussidiaria del colosso cinese Tsingshan Holding -, la quale investirà 1,5 miliardi di dollari per un impianto che produrrà 1,2 milioni di tonnellate di acciaio all’anno.
Giuseppe De Santis