Londra, 26 ott – Bristol è una città di 400 mila abitanti che vive di commercio. La recente crisi ha dunque fortemente pesato sulla vita economica della città. Così la cittadina inglese a partire dal settembre del 2012, si è dotata di una moneta complementare, il Bristol Pound.
La scommessa si è rivelata vincente, visto che oggi tutti i cittadini di Bristol fanno la spesa acquistando in Bristol Pound e persino il sindaco, George Ferguson, percepisce il suo stipendio nella valuta locale. Lo stesso primo cittadino ha dichiarato: “Il Bristol Pound ha dimostrato di essere un ottimo modo per incoraggiare la gente a pensare e agire localmente. Incoraggia la gente a fare acquisti localmente, sostiene le nostre imprese locali e favorisce un senso ancora maggiore di orgoglio locale”. Il Professore Jem Bendell dell’Università di Cumbria, che ha studiato il caso della moneta di Bristol, dice: “Vi è la necessità di sperimentare nuovi sistemi e di replicare ciò che ha successo”.
Il sistema funziona alla grande: gestito politicamente dal Briston City Concil ed economicamente dalla Bristol Credit Union, entrambi senza fine di lucro, era partito con quattro volontari, ora, dopo un anno, conta 1200 cittadini con conti correnti in Bristol Pound, 600 imprese locali che lo utilizzano regolarmente, 500 mila sterline convertite in Bristol Pound. La moneta locale ha cambiato il modo di fare business in città e Chris Sunderland, direttrice del programma è fiduciosa che in altri due anni l’equivalente di 5 milioni di sterline convertiti in Bristol Pound saranno in circolazione in città. “In tre anni, la maggior parte dell’economia cittadina sarà trainata dalla moneta locale” – ha dichiarato.
La notizia del successo dell’esperimento di Bristol si sta diffondendo in tutta la Gran Bretagna e già Glasgow, Edimburgo, Brighton e Oxford hanno chiesto informazioni sul progetto e stanno pensando di applicarlo in via sperimentale.
Michael Mocci