Roma, 23 mar – Theresa May dice di poter rinunciare a un terzo voto di ratifica dell’accordo sulla Brexit nella prossima settimana: era già stato raggiunto a novembre e già bocciato due volte.
Una lettera alla Camera dei Comuni
Qualora dovesse apparire che “non c’è sufficiente sostegno” alla Camera dei Comuni la May procederà in tal senso: questo è il messaggio della premier britannica , contenuto in una missiva indirizzata a tutti i deputati. Nella lettera viene anche ricapitolato tutto l’insieme di opzioni disposizione del Regno Unito dopo il rinvio “limitato” concesso dal vertice Ue. Sembra essere quindi un “passo indietro” rispetto al j’accuse fatto al Parlamento nel discorso alla nazione di venerdì scorso.
“Mini rinvio”
La May ricorda che il Consiglio europeo ha accordato una proroga della Brexit dal 29 marzo al 22 maggio, ciò, ovviamente, a patto che la Camera dei Comuni approvi l’accordo in questo lasso di tempo; c’è un mini rinvio fino al 12 aprile affinché si trovi una via suppletiva nel caso in cui l’accordo non si raggiunga. “Le decisioni del Consiglio significano che abbiamo dinanzi una scelta chiara: 1: Possiamo revocare l’articolo 50, ma sarebbe un tradimento del risultato del referendum. 2: Possiamo uscire senza accordo (no deal), ma la Camera ha detto in precedenza che questo è qualcosa che non sostiene. 3: Se dovesse apparire che non c’è sufficiente sostegno a riproporre l’accordo la prossima settimana, o la Camera lo rigettasse di nuovo, potremmo chiedere un’altra estensione entro il 12 aprile, ma partecipando alle elezioni europee. 4: Se dovesse apparire che c’è sufficiente sostegno e se lo speaker lo permetterà, potremmo riproporre l’accordo la prossima settimana e, se approvato, uscire poi il 22 maggio”.
Decisioni cruciali
Si tratta, comunque, di “decisioni cruciali” insiste la May: e si dichiara quindi favorevole ad un confronto con i deputati nei prossimi giorni. E riguardo al discorso di venerdì, che ha acceso aspre critiche nel Regno Unito, la May fa un mea culpa, dicendo di d’aver “causato inquietudini fra diversi colleghi”. Nessuna scusa ufficiale, ma parole di ammirazione per “il difficile lavoro” dei deputati e l’impegno a “non renderlo ancor più difficile”.
Ilaria Paoletti
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