Londra, 13 apr – Sta arrivando in questi giorni nelle case dei cittadini inglesi un opuscolo stampato dal governo di David Cameron che invita i cittadini a votare al referendum del prossimo 23 giugno e di scegliere la permanenza all’interno dell’Unione Europea. “Ecco perché il governo crede che votare per rimanere nell’Unione Europea sia la decisione migliore per il Regno Unito”, è la frase che campeggia sulla copertina del libricino di sedici pagine con il quale il premier sta facendo propaganda contro chi vuole la cosiddetta Brexit. “E’ una decisione che influirà su di te, sulla tua famiglia e sui tuoi bambini per decenni”, esordisce. Manterremo la sterlina, il controllo delle nostre frontiere, non saremmo costretti ad una ulteriore integrazione nella Ue, abbiamo già previsto nuove restrizioni per tutelare il nostro stato sociale dai migranti europei ed abbiamo ottenuto l’impegno a snellire la burocrazia: perché uscire? Questo, essenzialmente, il discorso portato avanti dal governo conservatore attualmente in carica, che pure trova molti oppositori proprio tra le sue fila, a cominciare dal sindaco di Londra Boris Johnson.
Primo argomento di persuasione, ovviamente, i quattrini. “I paesi dell’Unione Europea comprano il 44% di ciò che vendiamo all’estero” e rappresentano un mercato di 500 milioni di persone a cui è necessario avere accesso. Oltre tre milioni di posti di lavoro sono legati anche alle esportazioni all’interno dell’Unione Europea, afferma il governo britannico. Inoltre, aggiungono dal numero 10 di Downing Street, adesso gli inglesi hanno maggiore facilità nel viaggiare e nell’utilizzare il sistema sanitario degli altri paesi, potrebbe non essere più così, mentre sul fronte interno i prezzi potrebbero subire un’impennata. “L’azione dell’Unione Europea”, esagera il governo inglese, “ha contribuito ad impedire all’Iran di avere armi nucleari; e l’Europa sta guidando il mondo nell’affrontare il cambiamento climatico”. D’improvviso, dunque, ecco la panacea a tutti i mali. Sulla questione sovranità dei singoli paesi, le insufficienze dell’organizzazione, la vacuità della sua politica estera su troppe questioni, l’incapacità di affrontare la concorrenza sleale cinese ad esempio, silenzio totale. Sulle alternative all’Europa risposte vaghe e prospettive astrattamente tragiche.
Emmanuel Raffaele
1 commento
Da Tripras a Cameron passando per il buffone di Rignano, siamo nell’era dei leader che dicono una cosa e poi il suo esatto contrario. Un segno dei tempi. Gli uomini valgono quanto la parola che danno.