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Belgio: la polizia ritrova coraggio, ma solo contro i belgi anti-jihadisti

by La Redazione
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hooliganRoma, 28 mar – Erano “neonazisti”, “ubriachi” e “hooligans”: ci manca solo che la stampa dia loro dei pedofili. Ma non può farlo, perché in Belgio la polizia ha già dimostrato di tollerare i pedofili, così come i terroristi. Gli unici contro cui ha trovato efficienza e coordinamento interno sono i belgi che hanno osato alzare la voce contro uno Stato oggettivamente complice del terrore. Dei belgi che hanno infranto l’unico discorso oggi ritenuto possibile di fronte allo stragismo, quello dei gessetti e di “Imagine”.

Ieri, a Bruxelles, si sono vissute ore di tensione in seguito all’arrivo nella Piazza della Borsa di diverse centinaia – tra i 450 e i 600 – manifestanti che, secondo i media, erano legati al tifo organizzato della Serie A locale. Nella capitale belga era stata annullata per ragioni di ordine pubblico una manifestazione di cordoglio, ma la piazza principale della città era comunque piena di gente. I manifestanti accorsi hanno gridato slogan mai sentiti nelle celebrazioni ufficiali: “Siamo a casa nostra”, “Stato complice dell’Isis”. Troppo, per una nazione che ha l’obbligo di resa di fronte ai terroristi che ha allevato in casa. La polizia ha quindi deciso di intervenire. La stessa polizia che ha dimenticato di cercare l’uomo più ricercato d’Europa a casa del cugino, nel suo quartiere natale. La stessa polizia che ha evidenti problemi di organizzazione e comunicazione interna, ma che ieri ha saputo mobilitarsi in grande stile (gli agenti di Bruxelles erano aiutati anche da rinforzi di Liegi) per contrastare i belgi che non si arrendono, prima costituendo un cordone attorno a loro, poi disperdendoli con gli idranti. Il sindaco di Bruxelles si è comunque indignato per “l’arrivo di 400 fascisti, il ministro dell’Interno doveva fermarli prima”. Evidentemente il primo cittadino della città che è snodo e vivaio dello stragismo internazionale non ha altre emergenze da fronteggiare che quella del “fascismo” montante.siria bruxelles

All’intervento della polizia sono partiti gli applausi da parte degli altri intervenuti in piazza che urlavano slogan come “Viva il Belgio multiculturale”, che detta oggi e in quel contesto vuol dire né più e né meno: “Viva il terrorismo”. E infatti in piazza c’erano anche le bandiere dei “ribelli siriani”, che si sono rivelati, come ampiamente previsto, tagliagole e jihadisti della peggior risma. Ed è in qualche modo la quadratura del cerchio: pacifisti e polizia a braccetto con i terroristi, i nazionalisti e coloro che non si arrendono condannati da tutti i soloni sinceramente democratici. Ha tutto maledettamente senso.

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4 comments

Martino 28 Marzo 2016 - 11:47

Così la gente inizierà a capire che vi è un solo modo per risolvere le contraddizioni suicide di questa Europa: rompere il tabù con cui i truffatori del processo di Norimberga sigillarono il nazionalsocialismo. Non puoi fermare la rinascita delle coscienze, più ci provi e più fallisci.

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Anonimo 28 Marzo 2016 - 5:17 Reply
Sal Taurasco 28 Marzo 2016 - 8:10

Finalmente qualcuno che non reagisce coi gessetti e le parole dolci!
Certo che le elitè progressiste e i loro mass media preferibbero le sceneggiate lacrimevoli , tipo “non avrete il mio odio” “non cambieremmo il nostro stile di vita”, e via abbracci multicolori e girotondi sulle note di “Imagine” e “We are the world”.
Semplicemente ieri in piazza a Bruxelles qualcuno ha avuto il coraggio di mandare a fanculo tutto questo!

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Paolo 28 Marzo 2016 - 10:33

Speriamo che siano sempre più numerosi ad aprire gli occhi, a trovare il coraggio di uscire allo scoperto, a ritrovare la volontà di lottare e di dire “no” a questo stato di cose. Perché il tempo stringe, stringe sempre di più, ed è maledettamente tardi…

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