Roma, 21 feb – Il campus Hurstville Boy del George River College di Sidney, i cui alunni provengono all’87% da famiglie non anglofone, ha appena introdotto un nuovo regolamento che permette agli studenti islamici di non stringere le mani alle studentesse durante una cerimonia scolastica. I ragazzi islamici potranno mettere la mano sul cuore in segno di saluto. Il governo dello Stato di New South Wales ha dichiarato che “il ministero dell’Educazione esige che le sue scuole riconoscano e rispettino gli antecedenti culturali, linguistici e religiosi di tutti gli studenti, con il fine di promuovere un atteggiamento aperto e tollerante verso una comunità australiana diversificata”. Una bella supercazzola per giustificare, in nome della tolleranza, l’intolleranza verso le donne.
Si tratta, peraltro, di un omaggio non all’islam, ma a una sua versione particolarmente letterale, tant’è che alcune autorità musulmane locali si sono dette contrarie. Il gran muftì del Paese, Ibrahim Abu Mohamed, stringe la mano alle donne e dichiara di non comprendere perché gli studenti non possano fare altrettanto. Kuranda Seyit, ex segretario del Consiglio islamico di Victoria, ha dichiarato che gli studenti prendono questo regolamento troppo a cuore. Si tratta quindi, come al solito, del consueto eccesso di zelo, peraltro da parte di chi, per altri versi, porta avanti politiche femministe esasperate, ma poi finisce per avallare una pratica che vede la donna come essere impuro che non può neanche essere toccato. Le solite contraddizioni del politicamente corretto.
Roberto Derta