Roma, 14 mar – “Chi supporta questi terroristi? È questo che vorrei chiedere ai leader europei che fin dall’inizio della crisi in Siria hanno fatto le scelte sbagliate. Scelte che hanno causato distruzione in Siria e l’affermarsi del terrorismo nella regione”. Il presidente siriano Bashar Al Assad torna ad accusare la politica di Europa e gli Stati Uniti, responsabili dell’affermazione del terrorismo islamista in Siria e della lunga guerra che ormai va avanti da circa 6 anni. Torna a parlare in un’intervista realizzata da un giornalista italiano, Stefano Feltri, pubblicata dal Fatto Quotidiano e Avvenire, che non ha mancato di suscitare polemiche anche in seno alla Comunità Siriana in Italia, a causa della scelta di un titolo quantomeno fuorviante sul quotidiano diretto da Marco Travaglio e di un evitabile nota a margine sul quotidiano cattolico (sulle “atrocità commesse dal regime”).
Parlando sul futuro della Siria il presidente, a differenza del titolo scelto dal Fatto, non ha mai parlato di “diritti umani come un lusso”, piuttosto ha sottolineato come la “priorità dei siriani adesso è combattere il terrorismo. È un lusso parlare adesso di politica quando potresti essere ucciso nei prossimi minuti. Quindi, la priorità è liberarsi dei terroristi e avviare la riconciliazione in varie aree. Quando avremo raggiunto questi due obiettivi, potremo parlare di tutto il resto”. Oltre al ruolo dell’Occidente, Assad ha mosso critiche ai suoi vicini, in particolare Israele, accusandolo di “aiutare in modo molto diretto i terroristi, sia offrendo sostegno sia lanciando attacchi contro il nostro esercito lungo la linea di confine”, mentre “l’Iran, al contrario, ci aiuta a combattere il jihadismo e ci sostiene dal punto di vista politico in Medio Oriente come presso la comunità internazionale”.
Il presidente siriano ha fatto accenno anche all‘alleanza con la Russia. Solo dopo l’entrata in campo di Mosca al fianco dell’esercito siriano “l’Isis ha iniziato ad arretrare. Prima c’era solo quella che viene definita l’Alleanza americana o occidentale, un’alleanza di facciata. E l’Isis si stava espandendo. Si è iniziato a contestare il ruolo dei russi solo dopo che hanno iniziato ad avere successo sul terreno. Ma la Russia, con l’esercito siriano, ha avuto successo nel combattere i terroristi, e la riconquista di Aleppo e Palmira ne sono la dimostrazione concreta”. Riguardo al suo futuro e quello della Siria Assad ha solo una certezza: a decidere dovranno essere i siriani e nessun altro. “Dovrei andarmene? Per me conta solo il parere dei siriani. L’Onu e qualunque altro politico fuori dalla Siria possono dire ciò che vogliono, non me ne curo”.
Non manca nell’intervista anche un passaggio sulla crisi dei rifugiati (e le responsabilità occidentali). “Non tutti coloro che hanno lasciato la Siria lo hanno fatto a causa del terrorismo e delle distruzioni. Molti sono scappati per le difficoltà ulteriori portate dall’embargo decretato dall’Europa e dagli Usa, che ha reso ancora più difficile la vita della gente comune. Così l’embargo è diventato di fatto un alleato dei terroristi nello spingere i siriani a fuggire verso altri Paesi, in primo luogo quelli europei”.
Davide Romano