Parigi, 9 set – L‘immigrazione come arma per contrarre gli stipendi dei lavoratori? Macché, ci hanno detto da più parti, in Francia e in Germania c’è il salario minimo, non è quindi possibile che un imprenditore licenzi degli autoctoni per assumere lavoratori stranieri che prendano la metà.
Eppure, guarda caso, proprio in questi giorni si sta discutendo di un rapporto richiesto da Manuel Valls al consigliere di Stato Jean-Denis Combrexelle per una modifica delle leggi sul lavoro.
Cosa prevede questo studio che promette di “dinamitare” i diritti sociali francesi? Per esempio si rimette in causa il principio delle 35 ore lavorative settimanali, un vero totem della sinistra transalpina. La norma, voluta all’epoca da Jospin, non sarà eliminata, ma aggirata: le ore di straordinario inizieranno dalla 37esima, dalla 38esima o dalla 39esima, non, come è logico e com’era finora, dalla 36esima. Poca roba, forse, ma la direzione è chiara.
C’è di più: in Francia vige lo Smic, il Salaire minimum interprofessionnel de croissance, che prevede che nessun lavoratore possa essere pagato meno di 9,61 euro all’ora, per un totale di circa 1450 euro mensili per un lavoro a tempo pieno.
La prevista riforma del diritto del lavoro francese andrà a toccare anche lo Smic? Hollande l’ha escluso, sostenendo che il salario minimo fa parte di quelle “garanzie” che non verranno toccate.
Eppure, proprio in questi giorni, due think tank di opposte estrazioni politiche hanno rimesso in causa la norma. Terra Nova, gruppo che fa riferimento all’ala riformista del Partito socialista, ha chiesto una “profonda riforma dello Smic”, con la possibilità di “derogare” il salario minimo grazie a un accordo collettivo. Anche l’Institut Montaigne, di matrice liberale, auspica che il livello del salario minimo possa essere ridiscusso in seguito ad accordi collettivi con il datore di lavoro.
Ecco quindi avverati i sogni del ministro dell’Economia francese Emmanuel Macron, ex banchiere d’affari da Rothschild e presenza fissa alle riunioni del Bilderberg. Parlando nel corso di una sua visita in Israele, il ministro ha spiegato che l’immigrazione “è una opportunità per noi” e che l’accoglienza “è prima un fatto di dignità e poi anche una opportunità economica, perché si tratta di donne e uomini che hanno qualifiche rimarchevoli”. I francesi non sono d’accordo? “La storia – spiega Macron – ha dimostrato che talvolta quando si segue la volontà dei popoli, soprattutto nei momenti difficili, ci si sbaglia”. Cominciate a capire, ora?
Roberto Derta
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1 commento
qualifiche rimarchevoli?? ahahahahahahahahaha sempre più fantastici