Roma, 3 mar – Il Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), l’organizzazione che comprende gli stati della penisola arabica (Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Bahrein, Emirati Arabi Uniti ed Oman) ad eccezione dello Yemen, ha dichiarato il movimento di resistenza libanese Hezbollah un’organizzazione terroristica. Il segretario generale dell’organizzazione, Abdullatif bin Rashid Al Zayani, nella dichiarazione ufficiale di ieri, ha reso noto che i membri del Consiglio hanno preso questa decisione perché il movimento libanese recluta “giovani dei paesi del golfo per atti terroristici”. In realtà, tale grave azione politica va inserita nel più ampio programma a guida saudita di inasprire ancora di più le tensioni nella regione, il fallimento dei piani di Riyadh in Siria è palese e senza via d’uscita, con la grave destabilizzazione del Libano che potrebbe essere la prossima vittima della guerra terroristica.
Riyadh starebbe conducendo una revisione globale delle sue relazioni con la repubblica libanese, nei giorni scorsi ha interrotto infatti il programma finanziario di assistenza all’esercito libanese, in un difficile momento dovuto all’infiltrazione di sempre più terroristi islamisti, finanziati dagli stessi sauditi, nei territori di confine tra Libano e Siria. Poche settimane fa, sempre su richiesta saudita, vennero oscurate dai satelliti arabi la tv libanese Al Manar, vicina agli Hezbollah, e quelle arabe indipendenti, insieme a tutte le pagine riconducibili al Partito di Dio sui social network, facebook in testa. Sullo sfondo il conflitto regionale, che ha comunque conseguenze mondiali, con l’Iran. L’Arabia Saudita, tuttavia con queste iniziative, mostra molto nervosismo e insicurezza, sintomi di una sempre più profonda debolezza.
In Siria, la sconfitta saudita e degli stati del Golfo è totale, il piano di attacco per distruggere Damasco, iniziato con gentili avance finanziare nel 2005 e tramutatosi poi nel 2011 nell’assalto terroristico ancora in corso, è fallito completamente. In Yemen, l’intervento militare saudita si sta trasformando, a causa della tenace resistenza delle forze nazionali di Sana’a, in una sconfitta senza precedenti. Come se non bastasse, nell’est del paese la situazione interna è sempre più instabile soprattutto dopo l’assassinio dello shaykh Al Nimr, guida spirituale dell’importante minoranza sciita. Mostrare così arrogantemente una forza che nei fatti non si possiede può rilevarsi, nel tempo, una scelta poco saggia e che avrà sicuramente ripercussioni gravi ed un ritorno di fiamma che potrebbe incenerire la stessa monarchia saudita e degli emiri del petrolio.
Sconosciute, per ora, le reazioni di Hezbollah alla così grave presa di posizione degli arabi del Golfo, ma il movimento libanese di solito non è abituato a farsi intimidire. Per adesso tutti coloro che collaborano con il Partito di Dio, persone ed organizzazioni, compresi gli esponenti del partito stesso, saranno sottoposti a sanzioni imposte dal Consiglio di Cooperazione del Golfo. La cosa sicuramente non ha colto di sorpresa il leader di Hezbollah, sayyed Hassan Nasrallah, che già tempo fa aveva definito i sauditi “gente povera, più povera dei palestinesi”.
Giovanni Feola