Roma, 12 nov – L’attentato a Vienna ha scosso l’Austria, che adesso annuncia una serie di misure per contrastare il jihadismo. Si va dall’isolamento dei terroristi nelle carceri, al monitoraggio elettronico delle minacce, fino alla creazione di una speciale procura anti-terrorismo. Ma la misura destinata maggiormente a far discutere è sicuramente quella annunciata ieri dal cancelliere Sebastian Kurz, ovvero l’istituzione del “reato di ‘Islam politico’ per poter procedere contro coloro che non sono terroristi, ma che creano loro il terreno fertile”, che prevede pure “un’estensione delle possibilità di chiudere luoghi di culto”. Con tutta evidenza Kurz e Macron condividono dunque la stessa linea e partono dal presupposto, ribadito dal cancelliere austriaco, cioè che all’Europa serva “un approccio robusto contro i foreign fighters, che sono semplicemente una bomba a orologeria e quindi una minaccia per le nostre società”.
Il pugno di ferro di Kurz
Ma non è tutto, perché in Austria verrà introdotto anche un registro degli imam e un inasprimento delle leggi su simboli e associazioni. Parliamo in quest’ultimo caso di riferimenti piuttosto vaghi che potrebbero coinvolgere quindi non soltanto gli islamici che sono in ogni caso oggetto di monitoraggio particolare del governo austriaco. Kurz ha dichiarato anche di voler “prosciugare i flussi finanziari a sostegno del terrorismo” con provvedimenti ad hoc. Attenzione particolare verrà inoltre posta sui soggetti considerati “radicalizzati” e quindi altamente pericolosi. “Finché non saranno de-radicalizzati e anche se avranno scontato la loro pena, creeremo la possibilità di rinchiudere queste persone per proteggere la popolazione“, ha dichiarato alla stampa il cancelliere austriaco. Mentre “per coloro che sono appena stati rilasciati, ci sarà la sorveglianza elettronica. Questa è una forte interferenza, ma a mio parere è un passo necessario per ridurre al minimo la minaccia per la nostra popolazione”, ha precisato Kurz.
I dubbi che permangono
Il piano antiterrorismo austriaco, con tutte le misure sopra menzionate, dovrebbe essere varato a dicembre anche se al momento permangono diversi dubbi su alcune definizioni e dunque sull’applicazione di certi. Non è chiaro ad esempio cosa intenda il leader conservatore per “Islam politico”, perché relativamente a questa religione non è affatto facile scindere il piano spirituale da quello cosiddetto politico. E’ lapalissiano che l’appartenenza a movimenti dichiaratamente jihadisti sia già considerabile un reato, resta semmai un grosso punto interrogativo per quanto riguarda i movimenti che fanno parte della galassia delle organizzazioni islamiste. Si tratta di un novero in molti casi difficilmente decifrabile, che va dalla Fratellanza Musulmana alle associazioni di stampo salafita. Che tipo di “selezione” verrà fatta in Austria a partire dal prossimo mese è quindi l’interrogativo principe e da lì dipenderà la capacità di contrastare efficacemente il terrorismo.
Eugenio Palazzini
2 comments
Quelle di Kurz mi sembrano idee buone che spero riescano a tradursi nelle pratica. dal momento che ormai troppi mussulmani sono entrati in europa è necessario secolarizzarli il prima possibile e in tutte le nazioni europee.
“Maxi Cerotti” dopo aver voluto giocare (per soldi!) col fuoco…